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Nicola Sarnataro, quel segno sul marciapiede un doppio dolore

E’ passata una settimana dalla morte di Nicola Sarnataro, il ragazzo di 34 anni investito fuori al portone del suo palazzo in via Bernardo Cavallino. Stava attraversando la strada per rientrare a cenare con la famiglia, era andato a comprare il pollo, ma a casa non è mai tornato. Un fatale destino l’ha strappato alla vita per sempre. E dopo 7 giorni c’è ancora la sagoma del suo corpo disegnata sul marciapiede, un segno bianco con la macchia di sangue accanto, che nessuno ha avuto il pensiero di pulire.

Nicola Sarnataro, quel segno sul marciapiede un doppio dolore

Quella di Nicola è una famiglia distrutta, prima di Capodanno era morto suo padre, malato da tempo e adesso lui. La madre, il fratello Cristian e la sorella Valeria, rientrata da Malta dove lavora, sono comprensibilmente sconvolti, non si spiegano come sia potuta accadere una simile disgrazia. E fuori casa loro, come se non bastasse l’immensa disperazione che stanno vivendo, c’è ancora quel disegno bianco fatto per i rilievi, nessuno l’ha cancellato, evitando alla famiglia di rivederlo ogni giorno. Nessuno ha predisposto una pulizia straordinaria per eliminare perlomeno la terribile scena di quanto accaduto.

ATTENZIONE: IMMAGINI CHE POSSONO URTARE LA VOSTRA SENSIBILITÀ

Accanto all’albero dove Nicola è morto ci sono tanti fiori e il messaggio degli amici: “Sarai per sempre nel nostro cuore, nelle nostre vite, nei nostri giorni“. Quei tanti amici che si sono uniti alla madre, al fratello e alla sorella durante i funerali, tenutisi a pochi metri da casa sua dalle Suore Betlemite. La chiesa era gremita di gente, per l’occasione la famiglia aveva chiesto di portare un dettaglio arancione, era il colore preferito di Nicola, un modo per ricordarlo con allegria, per quanto fosse possibile in una simile situazione. All’uscita c’è stato un corteo, tutti si sono fermati davanti al portone di casa Sarnataro, dove Nicola è morto. Dove c’è ancora quel terribile disegno, che qualcuno dovrebbe avere la sensibilità di pulire.

Quella di Nicola è stata una morte tragica, una disgrazia, che secondo i residenti di Via Bernardo Cavallino era preannunciata. “Qui si corre a tutta velocità, senza che nessuno intervenga“, è questa la denuncia che in molti avevano fatto ancor prima dell’investimento del giovane Sarnataro, troppe macchine non rispettano i limiti previsti dalla legge. Per questo la richiesta, che già era stata fatta e che oggi purtroppo ha ancora più importanza, è che siano installati dossi rallentatori che limitino le corse delle auto, per scongiurare disgrazie come quella che è avvenuta, spezzando la vita di un povero ragazzo, che stava solo tornando a casa per cena.