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Furti in appartamento e viaggi alle Maldive: “Noi come i politici…”. Presa banda del Rione Traiano

Hanno messo a segno almeno una decina di furti in appartamento tra le provincie di Napoli, Salerno e Avellino. Poi, non contenti, si vantavano davanti alle telecamere dei soldi che riuscivano a ‘guadagnare’ (“4mila euro come i politici“) prima di andare a festeggiare alle Maldive con le rispettive famiglie.

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno dato esecuzione questa mattina a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Salerno, a carico di tre persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata ai furti in appartamento. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Salerno, i militari della sezione “reati contro il patrimonio” hanno accertato che nel periodo tra luglio e settembre 2016 la banda aveva commesso numerosi furti in case delle provincie di Napoli, Avellino e Salerno.

IL MODUS OPERANDI – I tre arrestati sono tutti del Rione Traiano, frazione del quartiere di Soccavo, nella zona occidentale di Napoli. Si tratta di Ciro Romano, 51 anni, Giuseppe Romano, 29 anni, e Ciro Guillari, 52 anni. Consolidato il modus operandi: i tre con sopralluoghi di giorno individuavano gli appartamenti da colpire e con la tecnica del “pezzetto di carta” (lasciato in mezzo alle due ante della porta) verificavano se i proprietari fossero rientrati. Poi i furti, di mattina nei giorni di mercato, di notte nelle case lasciate dalle famiglie in vacanza.

“NOI COME I POLITICI” – Rubati denaro contante, oggetti preziosi e argenteria oltre a capi di abbigliamento griffati. Il tutto veniva poi venduto a ricettatori del Napoletano e assicurava ai malfattori un elevato tenore di vita del quale si vantavano. “Abbiamo fatto 4.000 euro…. Sai chi li guadagna? Solo i politici!”

VIAGGI ALLE MALDIVE – La bella vita “grazie” ai colpi realizzati negli appartamenti consentiva ai malviventi di permettersi costose vacanze in un lussuoso resort delle Maldive. Vacanze documentate da una serie di selfie pubblicati sul profilo social da uno degli indagati.