I centri sociali sono in guerra aperta contro l’arrivo di Matteo Salvini a Napoli. Il segretario della Lega Nord è atteso in città per un comizio alla Mostra d’Oltremare e la sua venuta ha messo sulle barricate i giovani manifestanti. Già ieri ci sono state delle proteste fuori la sede de Il Mattino per impedire che Salvini potesse entrarvi e rilasciare un’intervista. Oggi chi sta manifestando ha tappezzato la città di manifesti e striscioni, fino ad occupare lo spazio che il leader della Lega dovrà utilizzare per parlare.
Ma la questione si fa interessante dal punto di vista politico quando a scontrarsi sono due tra le figure che maggiormente predicano il populismo e la demagogia: il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e appunto Salvini. “Mi dispiace che De Magistris faccia poco il sindaco e tanto il capo ultrà. Pensi ai problemi della città piuttosto che sostenere le ‘zecche’ figli di papà“, ha dichiarato il capo del Carroccio rispondendo a De Magistris che ha affermato: “Napoli è una città desalvinizzaata, non daremo spazio a chi predica l’odio, il razzismo e la xenofobia, soprattutto contro il Sud“. Per la serie, gettiamo benzina sul fuoco e vediamo chi trarrà più consenso dalle ceneri che resteranno.
Ogni ragione ritenuta utile per manifestare il proprio dissenso è legittima. Tutti hanno il diritto di esprimere le proprie opinioni nei limiti della correttezza senza che ci sia una benché minima censura preventiva. La regola vale anche se si tratta di Matteo Salvini, il politico delle ruspe, dell’odio praticato da decenni dalla Lega Nord nei confronti del Sud, delle frasi razziste e xenofobe più volte rivolte dai leghisti e il suo segretario agli stranieri.
I centri sociali vogliono manifestare ed esprimere la loro contrarietà all’arrivo di Salvini in città? Va benissimo! Niente e nessuno deve impedire a questi ragazzi di comunicare il loro dissenso. Ma un sindaco che rappresenta le istituzioni, per mere ragioni di consenso, non può sostenere e incoraggiare tali iniziative. Non può dichiarare di non volere uno come il leader del Carroccio in città ed è grave mascherare tale azione con la bandiera dei valori dell’accoglienza e la tolleranza che sono propri della cultura di Napoli. Per inciso, comportarsi in questo modo, vuol dire fornire un assist a Salvini e alla sua propaganda più che mai provocatoria.
Insomma il primo cittadino e le “sue truppe” non stanno facendo fare una bella figura alla città che per definizione, grazie alla sua storia e cultura, è simbolo di unione tra i popoli. Un ex magistrato dovrebbe conoscere il diritto e il significato del termine legalità, eppure si comporta peggio dei leghisti tanto odiati. Se Napoli è la città dell’amore il messaggio da divulgare sarebbe dovuto essere: “Benvenuto Salvini, dici ciò che vuoi, Napoli, i napoletani e tutto il Sud sono diversi. Non abbiamo bisogno delle ruspe per dimostrarlo“. Peccato, abbiamo perso un’altra occasione per dissociarci dal clima che vige nel paese, anzi in tutta Europa, quello del “noi contro di voi”.
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