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Quagliarella, gol e lacrime: “Fine di un incubo, ora tutti sanno perché sono andato via”

La fine di un incubo per Fabio Quagliarella che, dopo essere tornato al gol in serie A dopo diverse settimane, si commuove ai microfoni di Sky Sport nel post gara.

Il motivo è relativo all’arresto del suo stalker, l’ex agente della polizia postale Raffaele Piccolo, condannato in settimana dal tribunale di Torre Annunziata (Napoli) a 4 anni e 8 mesi di reclusione e al risarcimento dei danni, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

“Ho vissuto un lungo periodo molto difficile, a causa di questa situazione – ha spiegato l’attaccante della Sampdoria -. E, come me, la mia famiglia. Non potevo nemmeno uscire di casa. Finalmente ora l’incubo è finito. Perché quando non puoi parlare o dire la tua e senti tutti dire la loro opinione, e tu devi stare zitto perché ci sono indagini in corso. Non è che da un giorno all’altro ho deciso di andare via da Napoli. Non c’era nessun motivo, la causa era solo e semplicemente questa. Ho tenuto botta, non è stato facile e non lo auguro a nessuno”.

“Sono state dette tante cattiverie sul mio passaggio dal Napoli alla Juventus – continua Quagliarella -. Si è parlato di camorra, pedofilia e calcioscommesse, tutto falso, è dipeso solo da questa persona”.

Nel 2014 nel corso di un interrogatorio nel tribunale di Torre Annunziata nell’ambito del processo contro un agente di polizia postale accusato di essere stalker di vip e personaggio napoletani famosi, Quagliarella spiegò i motivi che spinsero la società a mandarlo via.

“Sono convinto che la mia cessione alla Juventus sia dovuta a quelle accuse assurde di essere camorrista e pedofilo contenute in una serie di lettere anonime giunte in qualche modo anche al presidente Aurelio De Laurentiis”.