E’ diventato famoso per la sua forma strana che gli è valsa il nome di “Prosciutto di Portici“. Eppure questo oggetto, forse uno dei più singolari che ci sia finora arrivato dall’antichità, è stato rinvenuto ad Ercolano e non a Portici come, invece, il nome sembrerebbe suggerire. Fino alla seconda metà del Settecento il “prosciutto” giaceva sepolto sotto le ceneri della celebre Villa dei Papiri, una abitazione di epoca romana che fu letteralmente seppellita durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Lo strano oggetto è talmente piccolo da riuscire ad entrare nel palmo di una mano eppure quello che ci si è sempre domandati fin dal suo ritrovamento in poi è stata la sua funzionalità. In realtà questo pezzo di metallo sembrerebbe essere, a tutti gli effetti, un orologio solare. Volendo essere più specifici potremmo parlare di una vera e propria meridiana portatile che era in grado i indicare l’ora a seconda dell’ombra proiettata dal sole.
Ad oggi Christopher Parslow, classicista e archeologo della Wesleyan University di Middletown, sta cercando di capire come funziava il “prosciutto” e per riuscire a venire a capo dell’enigma ha effettuato una riproduzione in plastica dell’orologio solare realizzandola con una stampante 3-D. L’operazione non è stata affatto semplice anche perché il prototipo originale non ha più lo gnomone ossia la lancetta che serviva ad indicare l’ora.
Ciononostante l’uomo non si è arreso e, grazie ad un resoconto del Settecento, è riuscito ad aggiungerne uno a forma di coda di maiale al suo modello. Dai primi studi effettuati all’aperto sull’orologio solare, Christopher Parslow si è reso conto che la meridiana portatile tende ad oscillare troppo con il vento per cui l’accuratezza risulta essere una caratteristica più ideale che pratica. Grazie a questa semplice verità il classicista e archeologo ha bollato il “prosciutto di Portici” come una sorta di status symbol.