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L’appello social della polizia: “Falchi anni ’70, chi li riconosce?”

A Napoli, a volte, le leggende si tingono di colori differenti assumendo sfumature particolari che sembrano andare a cavallo tra la legalità e l’illegalità. La storia che stiamo per raccontarvi ebbe inizio nell’ormai lontano 1975, mancavano cinque giorni allo scoccare del Natale. Erano tempi in cui la parola eroe era pregna di significato, erano ancora i tempi in cui era lecito e addirittura auspicabile sognare. Cornice della vicenda è il capoluogo campano che come spesso capita diventava e diventa, tutt’oggi, teatro di sceneggiature al limite dell’inverosimile.

I primi aspiranti “Falchi” facevano il loro ingresso in Questura. Erano giovani, veloci, silenziosi ed efficaci proprio come i falchi. Erano figli del Sud che si mettevano al servizio di Napoli dopo aver partecipato ad un corso di addestramento indetto dalla Polstrada di Cesena. Nasceva così la leggenda dei “Falchi”, i famosi poliziotti in borghese che giravano in moto pronti ad inseguire scippatori e ‘muschilli’ tra i vicoli di Napoli. Li riconoscevi subito per via dei loro leggendari Transalp. Erano rigorosamente sempre senza casco e avevano l’espressione perennemente imbronciata e di chi la sa lunga.

Sembrava ormai un passato dimenticato per sempre quando, all’improvviso, una foto d’epoca, in bianco e nero, postata dalla Polizia di Stato sui propri profili social di Instagram e di Facebook ha portato tutto, di nuovo, alla luce. Nello scatto sono stati immortalati i “Falchi” della polizia nella Napoli degli anni Settanta, una delle armi più efficaci nella lotta alla criminalità che però tante polemiche ha suscitato perchè il loro operato, a detta di molti, era sempre al limite tra la rappresaglia e la legge.

Una didascalia emblematica, poi, che sintetizza alla perfezione il lavoro rischioso e difficile a cui questi ragazzi erano chiamati fa da cornice allo scatto: “Sembra un’immagine tratta da un film. E la vita e il lavoro di questi poliziotti un po’ lo era, da film. Qualcuno in questa foto non c’è più, un poliziotto è stato vittima di un agguato di camorra, ma so per certo che c’è ancora chi si porta dentro lo spirito di quegli anni e del lavoro che faceva. Magari tra di voi c’è chi riconosce un collega, un amico, un parente in questa foto”.