Il modafinil è una piccola pasticca, che negli ultimi tempi ha avuto un’enorme diffusione. La smart drug, alias “Plavigil”, è in realtà un farmaco che ha fatto discutere, perché a seconda di come è assunta, può avere effetti positivi ma anche negativi. Infatti, questa “droga intelligente” è prescrivibile dietro ricetta medica in alcuni Paesi come Regno Unito, India, Australia, Germania, Canada e Messico, ma in altri, come gli Stati Uniti, la vendita è proibita. In Italia, invece, il farmaco è stato approvato ufficialmente solo per il trattamento della narcolessia e dei disturbi ad essa correlata.Quali sono gli effetti di modafinil? Il numero di neurotrasmettitori aumenta incessantemente, innalzando i livelli di istamina nell’ipotalamo, in parole povere, il sistema nervoso centrale è continuamente stimolato. A causa di questa particolare caratteristica i ricercatori hanno considerato il farmaco come un “agente promotore della veglia”. Il modafinil aumenta la resistenza alla fatica e migliora l’umore, in adulti sani stimola la motivazione mentre i tempi di reazione e la vigilanza raggiungono risultati superiori ai normali standard. Uno studio pubblicato dalla University of Cambridge ha decretato efficace il modafinil nel ridurre la così detta “risposta a impulso”, vale a dire meno decisioni sbagliate e più controllo. Per ora si crede che non ci sia il rischio di dipendenza, ma sulla questione si sta ancora dibattendo. Come qualsiasi farmaco, si può finire per abusarne, con tutti i rischi che questo comporta.
Per cosa nasce il modafinil? Il farmaco è stato inventato negli anni ’70 da un professore francese di medicina sperimentale. La “smart drug” è indicata, sebbene non sia approvata, nel trattamento dell’ADHD e della depressione, inoltre, sembra essere una promettente cura per l‘abuso di droghe stimolanti, come la sindrome di astinenza da cocaina e per malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson. Modafinil sembra normalizzare inoltre le funzioni cognitive nelle persone con problemi di privazione del sonno. Nel 1999 la DEA americana lo ha inserito tra le sostanze controllate, poiché le ricerche di allora non chiarirono i suoi meccanismi d’azione. Il farmaco sembrava quindi, agire indirettamente sui neurotrasmettitori del cervello, nello specifico (la serotonina, la dopamina e il GABA) al contrario di altri stimolanti che agiscono direttamente. Cosi la DEA, dopo molte analisi, lo ha classificato come sostanza simile alla cocaina. La sostanziale diversità, tra il modafinil e una qualsiasi droga pesante come la cocaina o l’MDMA, è l’azione che è compiuta sugli inibitori della ricaptazione della dopamina. Quest’ultima viene rilasciata da un neurone e non è interamente assorbita da quello che la deve ricevere, quindi la quantità che avanza, rimane nello spazio tra i due neuroni. Chiamata extracellulare, è la stessa che provoca lo stesso effetto della cocaina. Anche il Modafinil è un inibitore di ricaptazione, ma non efficace quanto la polvere bianca.
Il modafinil provoca dipendenza? Quasi nessuno parla del possibile rischio, ma l’uso di questo smart drug si sta diffondendo rapidamente tra i giovani studenti indietro con gli esami e i professionisti sotto pressione. Ogni generazione ha avuto la sua droga di riferimento. Lsd durante gli anni ‘60, l’ecstasy durante gli anni ’80, tutto in uno sfondo che diventa sempre più alternativo e malato. Ma l’uso delle “pasticche intelligenti” per produrre di più e ottenere un vantaggio competitivo, è davvero così sicuro come vogliono farci credere?
La testimonianza di chi fa uso di Modafinil : Londra, Yoles ci racconta di quanto l’uso di Modafinil abbia cambiato il suo approccio alle attività quotidiane. ”Il modafinil deve essere trattato con moderazione, perché come qualsiasi cosa, l’abuso rischia di portarti a un’evidente dipendenza – racconta la ragazza – quando assumo il farmaco è come se venissi spinta in un gran vortice, sei iperattiva, tutti i tuoi sensi sono sul fronte di battaglia per poter rendere al massimo il tuo volere. Il farmaco permette di scivolare in un profondo stato di concentrazione senza moltissimi sforzi. Inizia ad agire sul tuo corpo e sulla mente circa due ore dopo l’assunzione, mi aiuta a combattere la perdita di attenzione, a gestire le difficoltà e lo stress causatemi dal lavoro, e ora ho una lucidità inverosimile, la stanchezza è praticamente assente e posso fare a meno di sigarette e caffè”
Recentemente Anjan Chatterjee, professore di neurologia presso l’Università della Pennsylvania, che ha pubblicato diversi saggi influenti sull’etica delle smart drugs, ha affermato che: “Farmaci intelligenti sono parte di un pacchetto di tendenze legate alle nuove generazioni che ritroviamo anche all’interno della nostra cultura”. L’incessante ricerca della produttività, in particolare, sembra essere alla base del consumo di questo farmaco. La domanda che tutti noi dovremmo porci è: “Quanto ci costa la ricerca della perfezione personale? Possiamo trarre davvero beneficio da tutto ciò? O è soltanto una sostanza sbagliata che dovrebbe essere vietata per la nostra sicurezza?”.