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Pavoletti, offese e insulti dai tifosi del Genoa: “Sei un mercenario come tanti”

Gemellaggio a parte, i tifosi del Genoa non hanno accolto nel migliore il trasferimento di Leonardo Pavoletti al Napoli. L’attaccante livornese, ufficializzato in mattinata da Aurelio De Laurentiis, ha rivolto un lungo messaggio ai suoi ex sostenitori.

Una lettera pubblica su Facebook dove “Pavoloso” ringrazia i tifosi del Genoa per il calore e l’affetto dimostratogli in questi due anni (è arrivato, infatti, nel gennaio del 2015). Tuttavia non sono mancate le critiche e gli insulti nei confronti del giocatore che nel messaggio d’addio ha provato a giustificarsi così: “Nella vita capita anche di sbagliare a parlare: se alcune mie dichiarazioni hanno offeso o illuso qualcuno, mi scuso. Comprendo l’amarezza di tanti, riconosco la schiettezza e quell’essere scarni e diretti, tipico delle persone di mare. Ma non esiste alcun tradimento. Solo un cambiamento, che non giustifica il rancore, le minacce e gli insulti che qualcuno mi ha rivolto“.

Il riferimento è ad alcune dichiarazioni che Pavoletti ha rilasciato nei mesi scorsi dove ha ribadito più di una volta la volontà di restare in gialloblu fino al termine delle stagione. I fatti però dicono altro e i tifosi del Genoa, sempre più “disillusi”, non hanno mancato occasione per ricordarglielo. “Sei un mercenario come gli altri”, “potevi evitare alcune parole”, “oramai siamo abituati ai giocatori che prima ci illudono e poi scappano via”. Duri attacchi, conditi da offese, sono arrivati anche privatamente all’attaccante di Livorno. Episodi che chiudono nel peggiore dei modi l’idillio, per la verità durato poco, con la gradinata genoana.

C’è però chi comprende e giustifica la scelta di Pavoletti. “La colpa non è sua ma di Preziosi che sfascia sempre tutto” commenta un tifoso sotto alla lettera pubblicata dall’attaccante. “Il Genoa è pieno di debiti, lui e Rincon dovevano andare via” aggiunge un altro.

Questo il messaggio integrale rivolto da Pavoletti ai suoi ex tifosi:

Ciao.
Una parola semplice, come me.
Dico ciao al Genoa e a Genova dopo due anni intensi, felici, carichi di emozioni, entusiasmo e tanto lavoro.

Ricordo gli inizi. Gennaio 2015. Ero a casa, a Livorno. D’improvviso una telefonata: “Domani vieni a Milano, si firma per il Genoa”. Non ho dormito la notte per l’emozione: una piazza importante che ha colorato la storia del calcio con i propri colori. Sentivo fosse il posto giusto. Una nuova casa, in cui crescere e diventare grande.

Sono arrivato in punta di piedi, pronto a mettermi al servizio del mister e della squadra. I primi tempi in panchina sono stati duri, ma ero determinato a conquistarmi fiducia, affetto e un posto da titolare. Poi il gol al Parma: ricordo la gioia, la mia prima esultanza in rossoblù, la consapevolezza che il lavoro paga. Sempre.

Da quel momento i ricordi diventano un puzzle di facce, sorrisi, autografi, allenamenti, amici, sconfitte, vittorie, tristezza, entusiasmo, parole, gol. Fino agli ultimi due mesi della scorsa stagione, il momento più bello: la vittoria nel derby e quella con l’Inter in casa. Una salvezza conquistata con la forza del gruppo, a suon di bel gioco e gol: un lieto fine meritato.

Ora questa storia è giunta ai titoli di coda. Ma non l’amore per questa città e questa maglia. Gli amori non finiscono, cambiano forma. Oggi io sono chiamato ad una nuova avventura, ma non dimentico coloro a cui ho voluto bene e che me ne hanno voluto, perché sono parte di me. Nella vita a tutti capita di cambiare lavoro, di cambiare azienda, di partire per nuove esperienze, non è diverso per me. Nella vita capita anche di sbagliare a parlare: se alcune mie dichiarazioni hanno offeso o illuso qualcuno, mi scuso. Comprendo l’amarezza di tanti, riconosco la schiettezza e quell’essere scarni e diretti, tipico delle persone di mare. Ma non esiste alcun tradimento. Solo un cambiamento, che non giustifica il rancore, le minacce e gli insulti che qualcuno mi ha rivolto. È il percorso di tutti: strade che si dividono; una nuova tifoseria da abbracciare: calda come quella rossoblù e amica da sempre di quella genoana; compagni di viaggio che si salutano, per poi rincontrarsi, un giorno, chissà.

Se rompo solo adesso il silenzio, è perchè ho voluto evitare altri fraintendimenti e confusione. Ho preferito scrivere oggi, dopo un periodo di riflessione, per non alimentare altre polemiche.

Chiudo ringraziando tutti. Grazie al Presidente, alla società, al mister (presente e passato), ai compagni di squadra, ai tifosi, ai magazzinieri, ai giardinieri, ai custodi del centro sportivo e dello stadio… Vi sono grato per ogni parola, critica, complimento, pacca sulla spalla e sorriso che mi avete donato.

Sono nato al mare, a Livorno. Sono rinato al mare, a Genova. Ora ritroverò un altro mare. Per un’altra avventura.