Raffaele Pisa è stato ucciso nel tardo pomeriggio di martedì intorno alle 19.00 di sera in un agguato. Colpito da una raffica di colpi all’interno di una sala scommesse in via Giorgio Grassi, a pochi metri dalla Casa della Cultura, inaugurata due anni fa dall’assessore alle Politiche Giovanili, Alessandra Clemente. Luogo frequentato da giovani studenti provenienti anche da altri quartieri. Inutile la corsa in ospedale, il ragazzo è morto poco dopo il suo arrivo al pronto soccorso.
La vittima era un ragazzo di 32 anni originario del quartiere. Aveva solo alcuni precedenti per reati informatici, ma apparentemente nessun legame con clan camorristici, gli inquirenti dovranno capire se ci sia qualche collegamento con gruppi criminali. Quello che si sa, per ora, è che l’agguato è stato fatto in una zona sotto il controllo del clan Marfella-Pesce.
Raffaele Pisa era molto conosciuto nel suo quartiere. Dal suo profilo Facebook apprende che aveva studiato Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Amava le motociclette e uscire con gli amici. Soltanto tre giorni fa di essere ucciso aveva pubblicato un’immagine con una scritta in spagnolo: “Ti invito a essere felice, andiamo?“. Qualche giorno prima ancora un’altra foto con la frase: “L’impossibile è solo la paura di superare un limite“. E ancora, pochi mesi prima: “Nel mio vocabolario la parola arrendersi non esiste“.
In queste ore, mentre gli inquirenti cercano i killer che hanno ucciso Raffaele, conosciuto da tutti come Lello, la bacheca Facebook del 32enne è invasa da messaggi di cordoglio di chi lo conosceva. Amici di una vita che non si spiegano cosa sia successo. Le forze dell’ordine indagheranno per far luce su quest’agguato che, a tutti gli effetti, sembra essere di stampo camorristico.