L’Epifania è la ricorrenza che chiude tutte le festività natalizie ed è, forse, proprio per tale motivo che è vissuta con enorme ambivalenza emotiva. Da un lato, infatti, ci sono i bambini che attendono con ansia di conoscere il verdetto della vecchina: “Sono stato buono o cattivo quest’anno? Merito i dolci o il carbone?” e c’è, poi, lo sconforto degli adulti consapevoli che, tra qualche giorno, bisognerà tornare a lavoro ( chi è fortunato e ce l’ha ) e abbandonare, almeno fino all’anno prossimo, lo spirito festaiolo natalizio.
I napoletani cercano di non pensare troppo al futuro e si godono, per quanto possibile, l’ultimo giorno disponibile per fare bagordi. Il 6 gennaio, come da tradizione partenopea, è vissuto proprio come una domenica qualsiasi e per tale motivo bisogna onorarlo, soprattutto a tavola. Tra qualche giorno, infatti, la vita riprenderà la normale routine e, prima che questo succeda, in tutte le case del capoluogo campano è d’uopo che, in cucina, debba ‘pippiare o rraù‘.
PRIMI PIATTI DELL’EPIFANIA A NAPOLI
PASTA AL FORNO ALLA NAPOLETANA
La pasta al forno è la vera pietanza delle feste, almeno a Napoli! Trabocca di ingredienti ( ricotta, provola, polpettine fritte, salame napoletano, uova sode e l’imprescindibile ragù ) e svolge alla perfezione il compito che le è stato da sempre assegnato: riunire attorno alla tavola tutta l’allegra famiglia partenopea. La sua preparazione richiede pazienza e maestria. Si inizia dal ragù per passare poi alle polpettine fritte. Quindi si tagliano gli altri ingredienti e si unisce il tutto prima di infornarlo definitivamente.
COME SI PREPARA LA VERA PASTA AL FORNO ALLA NAPOLETANA
SECONDI PIATTI DELL’EPIFANIA A NAPOLI
CARNE DEL RAGÙ’ NAPOLETANO
E’ vero! La pasta al forno potenzialmente potrebbe essere considerata un piatto unico, in fondo a questa pietanza non manca nessun ingrediente. Eppure a Napoli questa possibilità viene considerata una vera e propria eresia. Dal momento che per prepararla di adopera il ragù, allora perchè non approfittare della ghiotta occasione e assaggiare, si fa per dire, la carne con cui si è condito questo capolavoro della cucina partenopea. E’ assolutamente impossibile, infatti, rinunciare ‘alle brasciole e alle tracchiolelle‘ di maiale.
L’ANTICA RICETTA DEL RAGÙ NAPOLETANO