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Vittima del terrorismo: Walter Tobagi e la strage di piazza Fontana

La facoltà di Giurisprudenza, del Suor Orsola Benincasa, sotto la supervisione del professor Gennaro Carrillo e in collaborazione con “Astrea sentimenti di giustizia” ha promosso l’undicesima edizione del ciclo di incontri su Cinema Letteratura e Diritto. Ha preso parte all’incontro la giornalista e scrittrice Benedetta Tobagi, figlia di Walter illustre giornalista e scrittore vittima di un attentato terroristico da parte di un gruppo di estrema sinistra nel 1980.

Benedetta Tobagi
Benedetta Tobagi

L’evento è stato un incontro ravvicinato per informare non solo gli studenti prossimi alla laurea in giurisprudenza, ma anche gli alunni delle scuole superiori. In particolare quelli del Liceo Classico Umberto di Napoli che sono stati invitati alla conferenza che punta alla formazione, all’istruzione ma che vuole essere anche un promemoria per le generazioni di oggi e quelle future, un modo per non dimenticare.

CHI E’ BENEDETTA TOBAGI – La scrittrice si è raccontata per la prima volta in Ateneo attraverso il suo libro “Come mi batte forte il tuo cuore“, interamente dedicato alla memoria del padre, che ha ottenuto numerosi premi per la sezione letteratura italiana.

La Tobagi ha seguito il suo spiccato interesse rivolto alle associazioni e ai centri di documentazione dedicati al terrorismo e alle mafie. Dopo un breve excursus politico-sociale sulla situazione italiana dell’epoca del fascismo e post, la giornalista ha trattato argomenti tanto delicati quanto intriganti sulla strategia della tensione e gli anni di piombo. In particolar modo, ha posto attenzione alla strage avvenuta in piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969, quando in un sereno clima natalizio una forte esplosione colpì la Banca Nazionale dell’Agricoltura investendo tutta la zona circostante. La deflagrazione fu catastrofica, causata da circa 7 chili di tritolo. I morti furono 88 e le persone ferite circa un centinaio. La vicenda è tuttora oggetto di varie interpretazioni. La pista più evidente è da ricondurre alla “strategia di tensione“, uno schema logico, perseguito dall’estrema destra al fine di creare instabilità e paura sia nelle istituzioni che nei cittadini, per creare anarchia e disordine, rendendo così necessarie misure d’emergenza che garantissero il potere ai reazionari nemici del popolo.

L’Italia dopo quel terribile episodio, piombò a distanza di meno di un trentennio dal fascismo, nell’oblio. L’esplosione, il caos, gli eventi portarono la popolazione in un profondo stato di terrore. In origine, le cause e soprattutto i mittenti della terribile strage erano ignote, molti furono inoltri i depistaggi che avvennero dall’interno. Soltanto con il passare del tempo ed investigazioni sempre più serrate nel 2005 la Cassazione dichiarò i mandanti della strage: Francesco Freda e Giovanni Ventura. Essendo già stati processati per gli attentati del ’69, erano stati assolti in via definitiva nel 1987. Altri anarchici e neofascisti furono assolti in sede giudiziaria.

Giustizia non è stata fatta“. Così ha chiuso il suo intervento Benedetta Tobagi, aggiungendo che “non bisogna dimenticare, non bisogna essere complici di chi ha commesso tali oscenità” ma al contrario, ha sottolineato la giornalista, “c’è bisogno di cambiamento, bisogno di ricercare continuamente la verità, porsi domande, trovare risposte. Non rendersi complici di un Sistema che ha creato falsi colpevoli, nascosto i responsabili ed usato tutto ciò che era in loro potere per nascondere la verità“. La scrittrice ha concluso dicendo che “Bisogna continuare e persistere anche per rendere onore alla memoria di persone che a dispetto di minacce e ostacoli hanno permesso quanto oggi sappiamo“.

A proposito di quanto la giornalista ha dichiarato, non si può non citare Aldo Moro: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi“.