Degrado e sporcizia. Intonaci distrutti, infiltrazioni d’acqua e ratti. Sono preoccupanti le condizioni di chi vive negli alloggi popolari di Ponticelli, presso il Rione De Gasperi. La vicenda delle case sequestrate al potente clan Sarno e destinate agli abitanti della zona (in precedenza occupate abusivamente dopo il terremoto del 1980), è stata messa in risalto già da un servizio di Luca Abete per Striscia la Notizia.
Dalla camorra all’abbandono. Questo è ciò che si contesta al Comune di Napoli, coinvolto in un’aspra polemica dopo la diffusione di questo servizio televisivo. Quest’ultimo ha denunciato la situazione di chi vive in questo quartiere periferico di Napoli, in particolare sulla questione degli edifici murati per evitare occupazioni abusive.
Ma ci sarebbero altre due questioni che hanno gettato nello sconforto e nella rabbia chi vive nel rione De Gasperi. Due punti non emersi dal servizio di Canale 5 e non comunicati dai mezzi d’informazione. Il primo riguarda gli alloggi di Via Angelo Camillo De Meis, sempre al rione De Gasperi. Come appreso in esclusiva da Voce di Napoli, il Comune ha impedito l’ingresso nelle case popolari a persone inserite nelle graduatorie a cui dovrebbe spettare di diritto vivere in quelle abitazioni.
La delibera del Comune, lo ricordiamo, prevede per chi occupa dal 1996 queste case, la possibilità di poter abitare in questi alloggi. Successivamente è stata approvata una sanatoria che concede, anche a chi ci vive dal 1991, di poter restare all’interno di questi edifici. Molti dei residenti che rientrerebbero in questo secondo caso sono all’oscuro di questo passaggio burocratico e non avendo firmato la sanatoria, per legge, non possono vivere nelle case popolari.
Il secondo aspetto è relativo alle famiglie di persone attualmente detenute. A quanto pare, ai parenti di carcerati che sono in prigione per reati di stampo camorristico, sarebbe vietato poter vivere all’interno di questi alloggi. Non sono pochi i nuclei familiari di Ponticelli di cui alcuni componenti sono stati coinvolti in fatti legati alla criminalità organizzata. Di conseguenza molte famiglie correrebbero il rischio di restare senza un tetto sulla testa.
Al di la delle singole questioni è innegabile che in questa zona ci sia un forte allarme sociale che unito ad una grave emergenza igienico – sanitaria, potrebbe far esplodere una situazione già di per se complessa. È necessario che le istituzioni provvedano a riguardo ed agiscano per trovare al più presto i dovuti rimedi. Ponticelli non può diventare un ghetto, in cui prevalga il malaffare, a discapito di chi non ha nulla a che vedere con l’ambiente criminale.