Raffaele Cantone non le manda a dire e tuona come un fulmine sul Governatore della regione Campania Vincenzo De Luca: “Per De Luca la lotta alla corruzione blocca l’Italia? Mi sono stancato di questi slogan basati sul nulla, fuori le prove“.
Il Presidente dell’ANAC ha attaccato l’ex Sindaco di Salerno in merito a queste sue dichiarazioni: “Con l’idea di combattere la corruzione stiamo bloccando l’Italia“.
L’ex Magistrato rincara la dose e sullo stato degli appalti in Italia ha dichiarato: “I Codici degli appalti, fatti bene, vengono sistematicamente boicottati da chi dovrebbe applicarli. Ma a chi dice che si blocca il paese, ricordo che finora l’Italia non bloccata ha prodotto opere inesistenti che sono durate anni e nemmeno sono state finite. Sugli appalti pubblici siamo arrivati a un punto di non ritorno, i costi spesso schizzano, i tempi e la qualità dei lavori non rispondono alle esigenze“.
Per Cantone “Le difficoltà che erano fisiologiche diventano ostacoli insormontabili, ma in Italia quando si fanno riforme coraggiose si fa di tutto per smantellarle. Il sistema dei lavori pubblici del passato ha dato risultati negativi, anche quando si sono introdotte novità che dovevano accelerare i lavori non hanno accelerato nulla, creando solo fenomeni di malaffare. Le persone che le portano avanti, la burocrazia ritiengono negativa qualsiasi novità, perché mette in discussione criteri consolidati, ma non intendo solo in maniera negativa, le prassi consolidate sono più facili“.
Arriva la risposta di De Luca: “Rappresento una Regione impegnata a fondo in un lavoro di riordino e di moralizzazione rigorosa nell’ambito delle proprie responsabilità e competenze. Rappresento una Regione che ha voluto stipulare, già dall’inizio, un protocollo d’intesa con l’Anac, impegnandosi a sottoporre a essa gli atti relativi alle materie ambientali e alle opere pubbliche. Ho detto, e ribadisco con assoluta convinzione, che la normativa che prevede a carico di dipendenti pubblici, in conseguenza di una condanna in primo grado per abuso d’ufficio, l’automatico dimezzamento dello stipendio e il dimensionamento, ha creato un clima di paura e di fuga dalle responsabilità. E questo rischia di ritardare gravemente i passaggi decisionali di competenza della pubblica amministrazione. Questo è quanto. Non esiste alcun motivo di polemica nei confronti dell’Anac. Ho la sensazione che in un Paese con la propensione eterna verso polemiche inutili, le domande sbagliate e provocatorie, determinano risposte improprie“.