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Assemblea sul Mezzogiorno, a Napoli arriva Renzi e scatta la protesta

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato a Napoli in occasione dell’Assemblea Nazionale sul Mezzogiorno. La kermesse voluta dal Governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, ha avuto l’obiettivo di porre il Sud al centro dell’agenda politica nazionale.

Un gruppo di manifestanti, che fanno parte dei centri sociali (tra cui i membri dell’ex OPG occupato, di Via Imbriani a Napoli, Je Sò Pazz), dei disoccupati organizzati e dei collettivi per Bagnoli e il Rione Traiano, hanno manifestato fuori il luogo in cui si è svolto l’evento. Sembrerebbe che dei loro rappresentanti abbiano chiesto un incontro con le autorità. La risposta non solo sarebbe stata negativa ma addirittura i giovani sarebbero stati caricati dalla Polizia che avrebbe sparato lacrimogeni ad altezza uomo.

Urla, cori e proteste. È accaduto a Fuorigrotta quartiere di Napoli, dove dei manifestanti hanno organizzato una manifestazione contro De Luca e Renzi. Mentre i ragazzi sono stati impegnati nel far sentire la loro voce contro le istituzioni (anche in proposito al prossimo referendum costituzionale), la Digos ha negato qualunque contatto fisico tra gli agenti e i giovani. Anzi, secondo quanto riportato dalla Questura di Napoli, la Polizia avrebbe risposto con l’utilizzo di un idrante, al lancio di uova, sanpietrini e arance scagliati da chi ha protestato.

Assemblea sul Mezzogiorno, a Napoli arriva Renzi e scatta la protesta

Intanto ieri, durante la prima giornata dell’Assemblea Nazionale sul Mezzogiorno, il governatore De Luca ha annunciato che la regione ha sviluppato un piano di assunzioni per circa 200mila giovani da inserire nella Pubblica Amministrazione.

Invece il Primo Ministro Renzi ha dichiarato: “I soldi per il Sud ci sono se c’è anche la volontà della classe dirigente del Mezzogiorno di cambiare e quella della classe politica romana di vivere senza pregiudizi. Il Mezzogiorno deve tornare al centro del dibattito ma non con i vecchi schemi. No a un Mezzogiorno che chiede. Sì a un Sud che si mette in moto con la sua classe dirigente che ha diritto di chiedere allo Stato centrale di non voltarsi dall’altra parte e di non vivere di pregiudizi. Per questo però serve una classe dirigente che non viva di rassegnazione. Noi i soldi siamo pronti a metterli nel Mezzogiorno, anche più di quelli dati ad oggi. Non sono mancati i soldi in questi anni ma un disegno organico. Inoltre si devono mettere al bando i meccanismi clientelari. Alle aziende dico di dividersi tra imprenditori e prenditori“.

articolo di Andrea Aversa e Ciro Cuozzo