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Elezioni USA, la sfida Clinton – Trump tiene il mondo con il fiato sospeso

È stata una delle campagne elettorali più velenose di sempre. Le elezioni USA stanno caratterizzando l’agenda politica e mediatica internazionale fin dalle primarie dei due grandi partiti: i Democratici e i Repubblicani.

Il candidato dell’Old Party (Republican Party) è Donald Trump, imprenditore di successo che ha stravolto i canoni del dibattito politico a stelle e a strisce. I toni utilizzati da Trump e la sua propaganda politica hanno espresso una dialettica al limite della correttezza.

Per il Democratic Party l’ha spuntata l’ex First Lady, Hillary Clinton. Quest’ultima ha battuto alle primarie del partito Bernie Sanders, un candidato che in Italia sarebbe associato alla sinistra più socialista e radicale.

Elezioni USA, la sfida Clinton - Trump tiene il mondo con il fiato sospeso

The Election Day

Tra attacchi sessisti, frasi razziste, minacce di guerra ai nemici degli USA, la campagna elettorale di Trump è stata basata sulla paura e il populismo. Il candidato repubblicano per raccogliere consenso interno al paese ha fatto una cosa molto semplice: ha identificato dei nemici esterni, gli immigrati, i messicani, i musulmani.

L’imprenditore immobiliare ha attaccato la Clinton accusandola di far parte delle lobby che da sempre incatenano la politica americana. Alle primarie Trump è stato spesso ostacolato da esponenti interni al partito repubblicano. Ma alla fine nessuno dei suoi avversari è riuscito a convincere l’elettorato conservatore.

La Clinton ha invece giocato una bella sfida con Sanders. Quest’ultimo ha avuto il merito di risvegliare, in un paese liberale e capitalista come gli USA, temi di giustizia sociale da poter definire quasi “comunisti”. Tuttavia i forti dubbi sulla reale possibilità di mettere in pratica alcune politiche di “estrema sinistra”, hanno frenato la sua corsa alla Presidenza.

Anche se Sanders ha avuto l’appoggio di molti giovani contrari alla Clinton, su molte tematiche si è trovato vicino al protezionismo economico promosso da Trump. Queste similitudini tra i due candidati “estremi” hanno probabilmente favorito Hillary che comunque esibisce un curriculum politico di grande valore.

Elezioni USA, la sfida Clinton - Trump tiene il mondo con il fiato sospeso

Come voterà la comunità italiana di Little Italy?

Nel quartiere italiano di New York c’è molta incertezza sulle intenzioni di voto, anche se la maggioranza delle preferenze è in favore della candidata democratica. Nella Grande Mela Little Italy è cambiato molto negli anni. L’espansione di Chinatown ha inglobato nel quartiere cinese molte zone italiane. Per Mulberry Street (un’arteria principale) gli elettori voteranno per la ClintonPerché Trump è un maniaco, un clown, e distruggerà il mondo” e “Non perché amo Clinton ma perché penso che lei abbia l’esperienza e penso che sia un poco più stabile“. Tuttavia molti giovani sono indecisi e non voteranno nessuno dei due sfidanti “Io non voterò per nessuno dei due. Ma se dovessi scegliere probabilmente sceglierei Clinton. Anche se non voglio“, afferma una ragazza.

Hillary Clinton è in vantaggio nei sondaggi e probabilmente sarà la prima donna a diventare inquilina della Casa Bianca. L’ex Segretario di Stato dovrà convincere chi la crede schiava di alcune lobby che sarà libera di fare le cose promesse in campagna elettorale, dovrà fare in modo di distogliere l’attenzione dallo scandalo Mailgate e dovrà far ricredere chi la ritiene responsabile di alcune scelte discutibili durante il suo mandato in politica estera sotto la Presidenza Obama. La Clinton, inoltre, si troverà di fronte un Congresso ostile a maggioranza repubblicana, quindi sarà decisiva la sua capacità di dialogare con gli oppositori. Infine, ci sarà la delicata e importante elezione dell’ultimo Giudice della Corte Suprema.

Molti affermano che queste elezioni sono più decisive di altre per il destino del mondo, in un periodo in cui le contingenze internazionali sono molto delicate e i singoli equilibri geopolitici possono determinare il futuro, non solo degli Stati Uniti, ma dell’Europa, la Russia, l’Asia e il Medio Oriente.

Dunque auguriamoci che gli americani facciano la scelta giusta. Oggi più che mai God Bless America.