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Napoli, vandalizzati i giardini in memoria di Silvia Ruotolo

I giardini in memoria di Silvia Ruotolo, vittima innocente della camorra, sono stati vandalizzati per l’ennesima volta. L’area a lei dedicata in Piazza Medaglie d’Oro, dove è stata esposta una targa in sua memoria, è spesso oggetto di atti vandalici. Come ha spiegato il marito, Lorenzo Clemente, questa, è la quinta volta che accade un episodio del genere.

Napoli, vandalizzati i giardini in memoria di Silvia Ruotolo

Ignoti hanno deturpato la targa su cui è ricordato l’omicidio di Silvia Ruotolo “Vittima innocente della barbarie camorristica“. Un ricordo che era lì per denunciare quanto accadde l’11 giugno del 1997, quando Silvia tornava a casa con Francesco, il figlio più piccolo, fu raggiunta da uno dei 40 proiettili sparati contro Salvatore Raimondi, affiliato del clan Cimmino. Una scritta esposta per non dimenticare la brutalità di quell’omicidio, per non ricordare una vittima innocente della camorra.

Secondo il marito, Lorenzo Clemente, non si tratterebbe di un semplice atto vandalico, ma di un’azione mirata, intimidatoria. La targa è stata deturpata il 2 novembre, un giorno prima dell’onomastico della vittima. Questo fa pensare che ci fosse un’organizzazione alla base, un piano e, dunque, non può trattarsi di una ragazzata.

Siamo qui per denunciare per la quinta volta un atto vandalico -spiega Lorenzo Clemente- che forse riflettendo bene sulla dinamica di quello che si è verificato, è difficile parlare di un atto vandalico. Sembra tanto un atto d’intimidazione. Quest’area è stata affidata alla Fondazione Silvia Ruotolo e l’impegno che noi ci siamo presi un anno e mezzo fa, è quello di fare in modo che questa piazza in qualche modo, avesse il ripristino della legalità, della bellezza che questa piazza può avere. Purtroppo dobbiamo constatare, che questo processo di legalizzazione, di ripristino in qualche modo a qualcuno dà fastidio“.

Alla mattinata di denuncia, in piazza Medaglie d’Oro, hanno partecipato alcuni giovani e il vicesindaco, Raffaele Del Giudice, che denuncia: “Siamo qui compatti per dare un segnale forte, non ci lasciamo intimidire e raddoppiamo il presidio“.