Imponevano il pizzo o l’acquisto di prodotti indicati dal clan. Otto persone ritenute vicine ai Mazzarella sono state arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia di Poggioreale in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli.
Le accuse a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso e di estorsione, rapina, ricettazione e commercio di prodotti con marchi contraffatti aggravati da finalità mafiose. Nel corso di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea i militari dell’Arma hanno accertato che il clan camorristico dei Mazzarella imponeva il pagamento del pizzo in varie forme ai commercianti del mercato di piazza Mancini, a Napoli, meglio noto come la Maddalena.
Tra gli arrestati c’è anche Francesco Rinaldi, 26 anni, figlio di Francesco, detto “o pascià”, reggente della famiglia camorristica dei Mazzarella per conto del capoclan Vincenzo. Secondo quanto emerso dalle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni ambientali, telefoniche e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, vittime delle estorsioni erano i commercianti ambulanti di un noto mercato rionale della città, quello della Maddalena, a cui il clan imponeva, a prezzi maggiorati, la fornitura di buste di cellophane usate per confezionare capi di abbigliamento contraffatti. Il genero dello storico capoclan Vincenzo Mazzarella, ricopriva il ruolo di capozona; il figlio del “pascià”, invece, faceva l’emissario del padre.
Gli altri sette arrestati, tra cui due donne, imponevano ai venditori ambulanti italiani e stranieri, una tangente di 10 euro a settimana solo per consentire loro di vendere la merce nel mercato. I Mazzarella imponevano anche l’acquisto a prezzi fortemente maggiorati di prodotti con il marchio falso di note griffe di moda nazionali e internazionali, in particolare scarpe, occhiali e abbigliamento. Le altre persone arrestate sono: Giovanni Nunziata, di 22 anni; Alessandro Cecere, 23 anni; Salvatore Ramaglia, 38 anni; Luisa Ottaviano, 48 anni e Stefania Lauro, di 44 anni, tutti in carcere. Per Ciro Caforio, 47 anni (già detenuto) e Fortunato Gargiulo, 31 anni, sono stati disposti i domiciliari.