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Massimo Giletti torna a parlare male del Sud, scelta editoriale o errore?

Massimo Giletti durante il corso dell’ultima puntata de L’Arena ha offeso il Sud. Il suo commento molto superficiale e forse inappropriato è nato in merito ad una discussione di più ampia portata: la crisi economica in Italia. Il conduttore di Rai Uno ha dichiarato in merito alla questione: “Sprechi tutti meridionali” attribuendo al Sud la colpa di aver impoverito l’intero paese.

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Questa volta le sue assurde accuse nei confronti del Meridione non sono passate inosservate ma hanno sollevato un forte clamore e posto una serie di quesiti su una questione molto controversa: come mai il conduttore continua a “cascare” sulla questione del Sud? Sembrava pace fatta con Napoli in estate quando il conduttore si diresse in città e girò un video chiarimento invitato dall’imprenditore Enrico Schettino, invece così non è stato.

Il partito Mo-Unione Mediterranea ha scritto un lungo post su Facebook accusando non solo il conduttore piemontese, ma anche la Rai e il Governo che sta dietro al Servizio Pubblico:

“COSA SI CELA DIETRO LO SCIACALLAGGIO TELEVISIVO DI MASSIMO GILETTI?

Per Audience? Razzismo? Ignoranza? Escamotage politico?
Non lo sappiamo, fatto sta che Massimo Giletti ci “ricasca” durante la trasmissione “l’arena”.
Questa volta, però, rincara la dose, attribuendo la colpa della crisi economica, agli “sprechi tutti meridionali”.
Affermazioni ancor più gravi, non perché proferite dal conduttore in sé, ma per il fatto stesso che venga usato come canale di trasmissione, la televisione di Stato.

Non è la prima volta, il tutto avviene in maniera incontrastata sotto gli occhi di “mamma Rai” e quindi di “madre Italia”.
Lungi da noi continuare a pubblicizzare le insane parole del conduttore, ma, a questo punto, non crediamo che tali affermazioni siano dettate dal caso, o dal solo atteggiamento razzista di Giletti.

Vien da chiedersi se, quella del piemontese, si tratterebbe di una linea editoriale da seguire per favoreggiare qualcheduno, o di una precisa linea politica, avallata in questo caso dallo Stato italiano, per canalizzare i problemi statuali, ancora una volta, sul meridione. Ergo, l’intento potrebbe essere quello di far passare l’idea, secondo la quale il controllo delle regioni meridionali dovrebbe tornare interamente nelle mani dello stato centrale, come la riforma referendaria vorrebbe?
Ancora non lo sappiamo. Continueremo perciò a vigilare, affinché i diritti e la dignità del popolo meridionale, non vengano ancora una volta calpestati“.