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Viaggio nel fortino del clan: tra case dorate e bambini che giocano, l’ennesimo omicidio di camorra

di Andrea Aversa e Ciro Cuozzo

Il pluripremiato film dell’ex iena Pif dice che “la mafia uccide solo d’estate”, la camorra invece non conosce stagioni. Il duplice omicidio di questo pomeriggio a Miano, primo quartiere della periferia nord di Napoli, è l’ennesimo di un 2016 sempre più sanguinario.

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I killer, probabilmente a bordo di una moto, sono entrati in azione intorno alle 17 in vico Cotugno, una stradina stretta che si trova all’interno della principale via Miano. All’altezza dell’isolato 11, davanti a donne e giovani che giocavano in strada in un pomeriggio caldo di fine settembre, hanno esploso almeno 8 colpi d’arma da fuoco non lasciando scampo a Domenico Sabatino, 40 anni, e Salvatore Corrado, 37.

Inutili i soccorsi, i due pregiudicati ritenuti nell’orbita di quel che è rimasto del clan Lo Russo, sono morti dopo pochi minuti. Straziante la scena che si sono trovati davanti i poliziotti e i sanitari del 118 al loro arrivo. I due cadaveri in altrettante pozze di sangue, a pochi centimetri da un scooter Beverly, sul quale probabilmente erano a bordo.

Intorno case popolari e bassi, fatiscenti fuori ma dorati dentro. Cornici in oro, televisori enormi e tavoli di vetro in pieno stile Gomorra. In strada, nel dedalo dei vicoletti stretti come i Quartieri Spagnoli o i Decumani, tantissimi giovani ragazzini che hanno assistito allo ‘spettacolo’. C’era chi consolava le donne in lacrime, chi mostrava invece agli amici i primi articoli usciti in rete con i nomi delle due vittime.

La zona è da anni ricade sotto l’influenza del clan Lo Russo, che ha, o meglio aveva, il suo quartier generale nella vicina via Janfolla. L’organizzazione criminale è stata infatti decimata negli ultimi mesi da arresti e pentimenti eccellenti, in primis quello dell’ultimo boss Carlo Lo Russo, che dalla scorsa estate ha fornito dichiarazioni importanti alla magistratura, ricostruendo omicidi e stese (in una di queste perse la vita il giovane Gennaro Cesarano, 17 anni).

E’ da quest’ultimo aspetto che partono le indagini condotte dalla squadra mobile di Napoli guidata dal primo dirigente Fausto Lamparelli. Le due vittime potrebbero essere state uccise per una vendetta trasversale dopo le pesanti dichiarazioni proprio di Carlo Lo Russo, negli ultimi mesi in guerra con gli Esposito-Genidoni-Spina del Rione Sanità e i fedelissimi di Walter Mallo della zona del Rione Don Guanella. Non è da escludere che dietro il duplice omicidio di oggi ci sia la regia del clan Licciardi, egemone della Masseria Cardone, ma negli ultimi mesi in ascesa dopo il ridimensionamento di diverse famiglie rivali.

LE VITTIMEDomenico Sabatino aveva solo qualche denuncia a suo carico: era il fratello di Francesco Sabatino, vittima nel 2013 di lupara bianca. Il suo corpo venne ritrovato nel mese di ottobre in un canalone della zona del Frullone a Chiaiano. Dopo essere stato torturato e seviziato a lungo, venne ucciso con un colpo di lama alla giugulare. Il padre, Ettore Sabatino, è invece l’ex boss del Rione Sanità, oggi collaboratore di giustizia.

L’altra vittima, Salvatore Corrado, aveva precedenti per droga ed era ricercato dalla polizia perché si era allontanato da una casa di lavoro in Abruzzo.

Agguato a Miano nel fortino dei Lo Russo: due morti