Napoli è amministrata da un Sindaco che ha nel suo elettorato uno zoccolo duro: quello dei centri sociali e di tutti quei movimenti che delusi della sinistra (anche quella più estrema), si sentono rappresentati dal Primo Cittadino che scimmiotta Masaniello e i movimenti socialisti sud americani. Tuttavia la stessa apertura per le minoranze e i popoli non si è vista nei confronti dei cinesi. Questi ultimi compongono la seconda comunità più grande di Napoli. Hanno in pugno il commercio della zona relativa alla ferrovia e tutti i quartieri adiacenti, fino al grande centro commerciali tra Gianturco e Ponticelli. Per non parlare dei container cinesi presenti nel porto.
La legalità a due velocità (a chi è figlio e chi è figliastro!)
Due giorni fa un imprenditore con gli “occhi a mandorla” che vive a Napoli da 30 anni, ha aperto un negozio nel cuore di Chiaia. Il giorno dopo sono piombati, con strana tempestività, gli agenti della Municipale che hanno effettuato multe e sequestri nei confronti del commerciante di origini asiatiche. Luigi De Magistris da ex magistrato dovrebbe sapere bene cosa significhi il concetto di legalità e quindi l’intervento dei Vigili Urbani è stato più che giusto. Tuttavia è avvenuto in un quartiere che è spesso preda del degrado, della criminalità, delle soste selvagge, dei parcheggiatori abusivi, degli spazi occupati senza autorizzazione dai locali, dalla musica sparata ad alto volume da questi ultimi ben oltre l’orario consentito e dagli abusivi che occupano il lungomare “liberato”. Forse in città vige un senso talmente anarchico della legalità che questa sembra assumere diverse sembianze a seconda dei casi.
I due pesi e due misure di una città paradossalmente chiusa
Ecco un’ulteriore contraddizione di Napoli. Una delle città più contaminate al mondo, una delle realtà con una storia che unisce razze e culture diverse, si ritrova nel 2016 ad essere reazionaria e bigotta nei confronti dell’altro. È tornato in voga un forte movimento del Sud nostalgico della monarchia, il Nord e Roma rappresentano di nuovo il nemico, l’Europa e le altre grandi nazioni del continente sono altro rispetto a noi e tali devono restare. Questo è quello che si percepisce in città è merito (o colpa a seconda di come la si pensi) del Sindaco De Magistris o meglio dei suoi toni. Il suo continuo evidenziare con rabbia la “napoletaneità” come cosa migliore di tutte rispetto al resto, ha inquinato qualunque tipo di dibattito pubblico. Insomma le migliori qualità della città sono state estremizzate dal Primo Cittadino per una logica di consenso. Così mentre si appoggia la Grecia, si sostiene la Palestina, si esalta il popolo curdo, viene fatto uno sgambetto alla comunità cinese. Forse i “musi gialli” non sono degni di stare a Chiaia? Forse, per caso, i residenti del quartiere saranno obbligati con una pistola a recarsi a fare spese nel negozio asiatico? Forse il figlio di un immigrato cinese che vive da 30 anni a Napoli pagando le tasse e avendo tutto in regola, non va considerato napoletano?
Le conclusioni e gli interrogativi
Ecco credo che queste considerazioni vadano affrontare dal Sindaco e dalla sua amministrazione, altrimenti gli slogan sulle uguaglianze sociali e della parità di tutti i cittadini di fronte alla legge, possono anche trovare il tempo che trovano. O, forse, Giggino in fondo in fondo non ha mai tolto la bandana e sta continuando a scassare tutte cose?! Speriamo che qualcuno possa essere in grado di rispondere.