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Napoli, Fabio Giannone non morì per un incidente

Fabio Giannone fu trovato morto lo scorso 9 aprile a Secondigliano in Corso Vittorio Emanuele III. Inizialmente si era pensato si trattasse di un incidente stradale. Gli inquirenti, però, non hanno mai abbandonato l’ipotesi che potesse essere accaduto altro. Dopo due mesi e mezzo si è scoperto che il giovane, appena 21enne, sarebbe stato ucciso.

Si era pensato che Fabio Giannone fosse caduto dal motorino a causa di una distrazione, invece, fu investito volontariamente da un’automobile. La Procura di Napoli sta indagando per omicidio volontario per scoprire chi furono gli assassini del giovane ragazzo. Grazie alle immagini di alcune telecamere della zona sono riusciti a risalire alla macchina che l’avrebbe investito.

Stando a quanto si vede dal filmato, una Citrone C3 di un colore chiaro, ha urtato il motorino guidato da Fabio Giannone. Dopo aver fatto cadere il ragazzo per terra, è tornata indietro per investirlo due volte, uccidendolo. Da queste riprese è stato possibile confermare l’ipotesi di omicidio volontario. Sempre da queste immagini si vede uscire dall’automobile un uomo zoppicante, un’informazione in più, che sarà utile agli inquirenti della Procura di Napoli per risalire alla persona coinvolta nell’omicidio del ragazzo.

Da una prima ricostruzione, come riporta il quotidiano Il Mattino, Fabio Giannone sarebbe stato ucciso per una vendetta sbagliata. L’episodio riguarda un incendio doloso di un negozio, avvenuto la notte del Capodanno 2015. Per quell’atto criminale fu massacrata di botte una persona, che in realtà non aveva alcun legame con il tentativo di estorsione. Questa stessa persona avrebbe deciso di vendicarsi a sua volta contro Giannone, perché amico del proprietario del negozio incendiato.

Un’indagine più che mai intersecata quella che stanno tentando di risolvere gli inquirenti. Ovviamente quella della vendetta sbagliata resta solo un’ipotesi. Di certo per ora c’è che Fabio Giannone, secondo le testimonianze raccolte, era un bravo ragazzo, onesto, lontano dalle violenze di Secondigliano. Era pronto a lasciare Napoli per trovare lavoro all’estero, ma il destino gli ha riservato una fine diversa.