Voce di Napoli | Navigazione

Disastro Concordia: la difesa di Schettino in aula

Si è tenuto oggi il processo d’appello per il disastro Concordia contro Francesco Schettino. L’ex comandante è stato condannato in primo grado a 16 anni di carcere per non aver attuato, durante il naufragio della nave da lui guidata, tutte le procedure di salvataggio previste. La difesa, durante l’udienza, ha provato a ribaltare tutte le accuse.

In aula c’era solo l’avvocato di Schettino, Saverio Senese, l’ex comandante ha scelto di non partecipare all’udienza. Secondo la difesa non ci sarebbero prove che il comandante abbandonò la nave, tesi, invece, sostenuta dall’accusa. Come ha riportato il quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno, il legale ha ribadito che Schettino avrebbe attuato secondo le procedure:

“Non c’è prova che abbia abbandonato la Costa Concordia, anzi esiste la prova contraria, e cioè che lui si adoperò per aiutare i 40 passeggeri su una lancia, per non farli morire mentre la nave si abbatté di 90 gradi andando quasi a schiacciare il mezzo di salvataggio”.

Nel disastro Concordia, avvenuto il 13 gennaio del 2012, morirono 32 persone. Durante l’udienza di oggi l’avvocato Senese ha sostenuto che tutta la vicenda riguardante le colpe di Francesco Schettino sarebbe stata ingigantita:

“C’è stato un atteggiamento di chiusura verso l’imputato. L’accusa di abbandono della nave è un aspetto scandaloso di come è stata enfatizzata la vicenda, Schettino fece tutto quello che poteva fare e andava fatto. La nave avrebbe schiacciato tutti. Schettino si gettò sul tetto di una lancia e lui stesso la sganciò dalla Concordia in tempo per allontanarsi”.

Stando a quanto ha affermato oggi la difesa, dunque, l’ex comandante avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per salvare quanti più passeggeri possibili. L’accusa di aver abbandonato la nave, durante il disastro Concordia, prima di mettere in salvo le persone che si trovavano ancora sulla nave, sarebbe infondata:

“Schettino non commise il reato di abbandono. Ci sono tre testimoni che hanno dichiarato che sul fianco sinistro non c’era più nessuno”.