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Raffaella Ascione: i post su Facebook che fanno indignare il web

Raffaella Ascione è morta da qualche ora e le polemiche riguardo ad alcuni atteggiamenti manifestati dagli utenti del web sta già facendo discutere. La giovanissima ragazza, di appena 20 anni, è morta travolta da un treno sui binari della stazione del treno di Casalnuovo in provincia di Napoli.

Due omonime della ragazza tragicamente scomparsa hanno postato su Facebook un messaggio che fa venire i brividi. Molti utenti del popolare social network le stavano aggiungendo come amiche convinti che il profilo appartenesse alla 20enne deceduta.

Le ragazza hanno usato parole dure contro lo sciacallaggio nei confronti di certe notizie. Ecco il primo post: “Avviso a tutti coloro che mi stanno richiedendo l’amicizia e che non conosco: Non sono io la povera vittima deceduta perché finita sotto un treno. Ringrazio Dio per essere viva e vegeta e voi invece di curiosare fermatevi un attimo e rivolgete a quella povera ragazza una preghiera“.

omonima-ascione oscurato

È davvero incredibile quello che alcune persone sono in grado di fare per appagare la propria curiosità. Molti utenti avevano chiesto l’amicizia alle omonime di Raffaela Ascione probabilmente per curiosare sulla vicenda, per appagare il desiderio di stare dentro ad un notizia da prima pagina, certo tragica, ma pur sempre da prima pagina.

Il secondo messaggio dell’omonima di Raffaella Ascione è ancora più duro:

omonima-2 GIUSTA

Viviamo in un’epoca in cui l’agenda setting dettata dai media viene scelta in basa alla spettacolarizzazione della notizia. Alla sua attrazione rispetto al grande pubblico che non ha voglia di riflettere, giudicare, contestare. Ha solo voglia di essere investito dallo notorietà, dalla visibilità. Certo i media fanno la loro parte in questo gioco perverso che tende sempre meno ad informare e sempre più a spettacolarizzare, rendere show una vicenda . È lo sciacallaggio della tragedia, quella vera, non quella cinematografica che si sa è solo finzione. Una tragedia che vede una povera ragazza morta e una famiglia che sta soffrendo. Ma è anche certo che alcune persone non hanno la minima sensibilità verso il dolore di chi ha appena perso un caro.

Il caso dell’omonima di Raffaella Ascione deve aprire una riflessione sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione a scopo puramente teatrale e soprattutto sulla reale condizione in cui versa il nostro paese martoriato. Aggiungere una persona su Facebook perché convinti di trovarsi di fronte al profilo di un morto è squallido, avvilente e demoralizzante. In una società che si professa civile cose del genere non dovrebbero mai accadere.