La Napoli moderna è una città costruita letteralmente sopra la Napoli antica. Nei sotterranei partenopei sono custodite bellezze dal valore inestimabile. Non tutti sanno che a Napoli un tempo passava un fiume: il Sebeto, la cui testimonianza è conservata proprio in quella Napoli sotterranea che racchiude la storia della città.
Un corso d’acqua antico che nasceva sulle pendici del Monte Somma passando per Volla, Casalnuovo e Ponticelli. Quando arrivava a Napoli il fiume si divideva in due parti: la prima sfociava nei pressi di Pizzofalcone, la seconda verso il Ponte della Maddalena.
L’etimologia del nome è molto incerta. C’è chi sostiene che il termine derivi da Sabat quietus per la tranquillità delle sue acque. In contrasto con l’ipotesi che fa risalire il nome al termine greco Sepeithos ovvero “andare con impeto”. Altre fonti ritengono che Sebeto sia il corrispettivo del palestinese Sabato.
Le leggende sulla nascita di questo corso d’acqua sono molto affascinanti. Una narra di Vesevo e Sebeto impegnati in una lotta tra giganti per conquistare la figlia di Nettuno, Leucopetra. Un’ altra leggenda, più romantica, narra invece del grande amore tra Sebeto, ricco proprietario terriero, e Megara. Questa morì annegata nelle acque del golfo mentre camminava e si trasformò in scoglio. Sebeto quindi, distrutto dal dolore, si sciolse in lacrime e diventò fiume per gettarsi nel mare dove l’amata era morta.
Fiume Sebeto: quando Napoli era attraversata dall’antico corso d’acqua
Sull’esistenza del fiume si è spesso dubitato. Ci sono però delle testimonianze scritte che attestano la sua esistenza. Il poeta Virgilio, che visse a Napoli per lungo periodo, lo cita in un passo della sua opera maggiore, l’Eneide: “Èbalo, te n’andrai, del gran Telone e de la bella Ninfa di Sebeto figlio onorato“. Altra testimonianza ci arriva dallo scrittore romano Culumella che in un libro scrive: “la colta Partenope è bagnata dalla benefica acqua del Sebeto“.
Si dice che anche il poeta Francesco Petrarca si mise in viaggio per cercare la foce del fiume leggendario. Un’epigrafe di epoca romana è stata ritrovata presso la Porta del Mercato. È di sicuro la conferma che il corso d’acqua è realmente esistito. L’iscrizione dice: “P Mvius Eufychus fece ricostrure l’edicola al Sebeto“. Ciò confermerebbe la presenza del culto dedicato a questo corso d’acqua.
Una storia davvero affascinante.