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Omicidio Fortuna Loffredo, le intercettazioni: “Se andavo con Chicca uccideva anche me”

Se c’è stata una svolta alle indagini sull’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, uccisa il 24 giugno del 2014, scaraventata giù da uno dei palazzi del Parco Verde di Caivano, vicino Napoli, lo si deve alla testimonianza di una sua amichetta dello stesso quartiere.

Raimondo Caputo, il presunto assassino di Fortuna, è ormai identificato come l’orco del Parco Verde, inchiodato dalla confessione di una bambina. Mentre gli adulti tacevano, una ragazzina probabilmente permetterà che giustizia venga fatta.

Il carnefice della bambina di Caivano, nel carcere di Poggioreale già dal 2015 per resistenza al pubblico ufficiale, con precedenti per rapina e già noto alle forze dell’ordine per abusi sessuali su minori, è stato recentemente messo in isolamento. Appena nelle carceri si è diffusa la notizia che fosse stato lui ad uccidere la dolce Fortuna, gli altri detenuti lo hanno aggredito. Oggi Caputo è salvo solo grazie all’intervento delle guardie carcerarie.

Le mostruosità di qust’uomo, del quale tutte le bambine pare avessero paura, sono state scoperte grazie a delle intercettazioni ambientali avvenute il 21 agosto del 2014 che registrano una conversazione tra l’amichetta della piccola Fortuna e la mamma di questa bambina. Chicca, così la chiamava la sua compagna di giochi e in merito alla vicenda avrebbe detto: “Se andavo con Chicca…mi uccideva pure a me…meno male che non sono andata ma’ (mamma)… meno male…”

Tali intercettazioni sono state fondamentali per il Gip del Tribunale di Napoli Nord. Il discorso che la ragazzina del Parco Verde fa alla sua mamma è più che evidente e fa riferimento proprio ad un fatto accaduto quella maledetta mattina del 24 giugno 2014.

L’AMICHETTA DI FORTUNA DOVEVA SBRIGARE FACCENDE DOMESTICHE

La piccola vittima si recò a casa dell’amica per giocare con lei. La ragazzina però fu costretta a rifiutare: prima di uscire avrebbe dovuto finire le faccende di casa e lavare il pavimento. Così, Fortuna, nell’attesa che si liberasse, incominciò a ballare e giocare con le sorelline dell’amica, ma visto che le facevano male i piedi decise di ritornare a casa per cambiarsi le scarpe.

In questo frangente che il suo carnefice la seguì cercando di abusare nuovamente di lei. Fortuna si ribellò e dunque, Caputo, l’avrebbe scaraventata fuori dalla finestra dell’ottavo piano del complesso residenziale Parco Verde. La conversazione che ha permesso di inchiodare l’uomo è la seguente:

Amica di Fortuna: “…Ecco, mo’, se io andavo…eh, ma’ (mamma) mi uccideva pure a me!”

Mamma: “Ed io uccidevo pure a lui”

Amica di Fortuna: “Se andavo con Chicca… hai capito?… mi uccideva pure a me se andavo con Chicca…meno male che non sono andata ma’…meno male..hai capito?”

Mamma: “Meno male…veramente”

Amica di Fortuna: “Mi uccideva pure a me,… che non esce manco un poco di segreto…”

Mamma: “…Che non esce!”.