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Il presunto killer di Fortuna Loffredo aggredito in carcere

Era prevedibile una reazione del genere nei confronti dell’orco che ha ucciso la piccola Fortuna Loffredo, trovata agonizzante nel giugno del 2014 a Caivano, all’interno del Parco Verde in provincia di Napoli e che in poco tempo è diventato noto come il parco degli orrori.

Anche se Raimondo Caputo è identificato ancora come il “presunto” assassino della bambina di Caivano, gli altri detenuti del carcere lo hanno assalito e pestato. A rivelare l’indiscrezione è stato il quotidiano Il Mattino: a Salvarlo sono stati due agenti della Polizia Penitenziaria.

L’uomo è stato trasferito in isolamento appena le guardie carcerarie hanno sentito le urla del 43enne che veniva pestato nella cella del padiglione “Roma” del carcere di Poggioreale.

É una bestia“, sono queste le parole del padre di Fortuna: “Non ha neanche capito quello che ha fatto: in un altro Paese lo condannavano a morte“. Infatti, Caputo, davanti al gip e durante l’interrogatorio si è professato più volte innocente e di non essere il colpevole della morte della bambina di 6 anni, prima violentata e poi scaraventata dalla finestra nel cortile del Parco Verde. Il motivo di questo “presunto” gesto, secondo quanto emerso dalle indagini, è il rifiuto della piccola Fortuna a subire ulteriori violenze dall’uomo.

Intanto durante la giornata sono emersi nuovi dettagli inquietanti e degni di un giallo. Pare che a Caivano, la rete di pedofili su cui indaga la Polizia, “si giocavano i bambini a carte”, almeno stando a quanto riporta da il Giornale. Giocando a “scopa”, un tipico gioco con le carte napoletane, si dividevano la giocata in “bambini” da seviziare. A dare queste ulteriori informazioni pare sia stato lo stesso uomo che ha fatto esplodere il caso.