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Convento dei Girolamini: quando il diavolo fece visita ai frati

C’è stato un tempo in cui il diavolo ha infestato il Convento dei Girolamini di Napoli, situato all’incrocio tra via Duomo e via Tribunali. Era il 1696 quando un frate novizio varcò le porte dell’antico luogo di culto partenopeo. Si trattava di Don Carlo Maria Ulcano, Cavaliere di Sorrento e Nobile della città di Napoli. L’uomo intraprese la vita conventuale fin da giovanissimo, spinto dal padre e desideroso di sfuggire alle tentazioni terrene. Non poteva immaginare che presto si sarebbe trovato di fronte il diavolo in persona.

Il resoconto dell’avvenimento è arrivato ai giorni nostri tramite un volume conservato nella biblioteca del Convento dei Girolamini. Nel 1857 fu infatti trovato un manoscritto anonimo di circa 54 pagine che narrava minuziosamente la storia. L’opera sarebbe stata sicuramente archiviata se non avesse riportato con dovizia di particolari la vicenda che sconvolse i frati e Napoli tutta.

Era la notte del 4 maggio 1696 quando il novizio fu svegliato in maniera brusca da strani suoni. Il frate dormiva tranquillo nella sua celletta, ma il sonno gli fu tolto da rumori furibondi e da una visione demoniaca che lo sconvolsero. In aiuto del giovane traumatizzato arrivò il Maestro dei novizi Gerolamini che lo convinse a ritornare a letto giustificando l’accaduto come semplice incubo notturno.

Convento dei Girolamini: un frate novizio fu il motivo della permanenza del diavolo all’interno del monastero

Da quel giorno però le apparizioni non cessarono. Iniziarono anzi a farsi sempre più insistenti. Fino al 1698 il frate fu perseguitato dalle visioni infernali. Non solo, il demonio che ormai infestava il Convento dei Girolamini dimostrava la sua presenza con lanci di pietre, rotture di mobili e misteriose frasi che apparivano sui muri. Giocava anche brutti scherzi a tutti gli altri frati, scucendogli le vesti.

I monaci erano noti per la loro pazienza e tolleranza. Ma la presenza infernale era andata oltre anche per loro. Decisero quindi che era ora di farla finita. Praticarono ogni sorta di esorcismo sul frate novizio che aveva attirato quella sventura. Benedissero tutti gli ambienti (che erano tanti) e addirittura dialogarono con l’entità che non si fece scrupoli a definirsi il diavolo in persona. Non servì a niente. Il monastero era ormai infestato e non sembrava ci fosse via d’uscita.

Le cose peggiorarono ulteriormente quando le monache del monastero caprese decisero di intervenire per scacciare il male dal Convento dei Girolamini. Il diavolo non la prese affatto bene e con inaudita violenza scagliò una grande pietra nel parlatorio, ruppe diversi vasi e fece sparire le provole stipate nella dispensa. C’era una sola maniera per far fuori il demonio. Il novizio Don Carlo Maria lo sapeva bene, e decise dunque di togliersi l’abito sacro e ritornare nel mondo dei “normali”.

Da allora il Convento fu salvo, ma ancora oggi molte persone che transitano per via Tribunali giurano di sentire una presenza inquietante.