Eboli è protagonista di una brutta storia di violenza sui minori. Gennaro Russo, allenatore di una squadra femminili di calcio ebolitana, la “Magna Graecia”, è stato condannato a nove anni e sei mesi di reclusione e interdizione ai pubblici uffici, in quanto dipendente del Ministero di Grazia e Giustizia come cancelliere del Tribunale di Eboli, più un risarcimento economico alle vittime. Decaduta anche la potestà genitoriale dell’uomo che si è macchiato di un reato molto grave: ha abusato sessualmente delle giovani ragazze.
Una delle giovani calciatrici di Eboli ha denunciato lo stupro facendo aprire l’inchiesta e, subito dopo altre due hanno denunciato palpeggiamenti e tentativi di violenza. Gli episodi accadevano nel pulmino con cui l’uomo riaccompagnava le calciatrici a casa dopo gli allenamenti. Secondo quanto ricostruito dal Tribunale di Salerno, il 57enne, originario di Napoli e residente ad Agropoli, tra il 2012 e il 2013 avrebbe compiuto circa dieci abusi ai danni di tre minorenni. A incastrarlo soprattutto una prova: la registrazione su smartphone che la ragazza, vittima dell’abuso completo, aveva fatto di nascosto. Un dialogo con l’allenatore in cui questi ammetteva di aver consumato l’atto, in quanto la ragazza dubitava di esser rimasta incinta dopo la violenza sessuale avvenuta in una zona industriale di Eboli.
Due ragazze, 15 e 16 anni, sono rappresentate legalmente da Mariano Salvo e per loro si attende un risarcimento di 30mila euro, mentre l’altra ragazza, rappresentata dal legale Sebastiano Civita, sarà un caso separato. Nove anni di pena, divieto di frequentare luoghi in cui ci sono minori, sono solo alcune delle parti della sentenza pronunciata ieri, due anni dopo l’inizio del processo. Due delle tre ragazze erano presenti in aula con i genitori e si sono abbracciate, commosse dopo aver ascoltato le parole del giudice. La fine di un incubo è finalmente giunta, ma le tre piccole vittime non potranno mai cancellare gli abusi subiti in tenera età.