Voce di Napoli | Navigazione

Origini e storia del termine napoletano pidocchioso

A Napoli per ogni aggettivo e situazione esiste un modo di dire. Quando una persona è tirchia si dice che è avara, attaccata ai soldi. Dalle nostre parti si dice ca è perecchius, pidocchioso, ci tiene molto al suo denaro e non  lo vuole spendere, nun vo caccià e sord. L’epiteto ingiurioso è quindi rivolto a una persona avara e gretta. I due termini, avaro e pidocchioso, hanno ovviamente qualcosa che li accomuna infatti la similitudine è tra l’uomo legato al danaro come il pidocchio, piccolo insetto che succhia il sangue altrui legato al cuoio capelluto, al corpo e ai vestiti .

Fonte: laminestradifronte.wordpress.it

Il termine pidocchioso in tutti i dialetti e lingue europee

Da questo nasce quindi la parola pidocchioso che, attraverso il popolo, è poi evoluta in diverse accezioni e modi di dire. Il legame tra l’avaro e il pidocchioso è così stretto che non lo ritroviamo solo nel dialetto napoletano, ma anche in altri dialetti e lingue europee e nella favola di La Fontaine, L’avaro e il suo compare. In italiano si ritiene, erroneamente, che la parola derivi dal latino avarus cioè bramoso di danaro, che desidera avere più denaro. Ma in realtà questo termine è legato a diverse accezioni come gretto, smunto, emaciato, tirchio.

Nella lingua napoletana il termine perecchius etimologicamente deriva da pediculus in quanto il pidocchio è un insetto che striscia e lo stesso atteggiamento è attribuito alle persone tirchie che hanno un comportamento quasi elemosinatorio pur di non cedere il proprio denaro o i propri averi, cioè campano a scrocc, sulle spalle degli altri.  Il legame invece del termine con la parola tirchio deriva dall’origine toscana, e precedentemente greca, del termine thériakòs ovvero ferino, che protegge le sue cose. Chi di voi non ha almeno un’amico perecchius, ca ogni vot ca ascit nun vo spenner maij e sord?