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Raffaello, il neomelodico: ferì cameriere con una pistola, rischia il processo

Si apre l’ombra del processo sul neomelodico napoletano Raffaele Migliaccio, in arte Raffaello. Il prossimo 20 maggio dovrà presentarsi davanti al Gup Barbara Del Pizzo, che deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio per la sparatoria avvenuta nel ristorante in cui si esibì circa un anno fa.

Era il 20 giugno del 2015 quando Raffaello, in un locale di Teverola, sparò contro un gruppo di pregiudicati che tentarono di sottrargli il microfono mentre era intento a portare a termine la propria performance. Raffaello così impugnò un’arma, e lasciandosi prendere dalla foga del momento, durante gli spari, ferì un cameriere e per questo fu arresto. Da quando il cantante fu ammanettato, partirono una serie di indagini che portarono gli inquirenti a scoprire reati connessi allo spaccio di stupefacenti di alcuni componenti che facevano parte del gruppo mirato da Raffaello quella sera. Dalle intercettazioni telefoniche che ne seguirono, gli investigatori, scoprirono che il gruppo dei pregiudicati stava architettando un agguato contro il neomelodico per vendicarsi dell’aggressione subita quella sera in ristorante.

La dinamica. Quella sera d’estate, Raffaello, perse il controllo. Aggredì gli uomini che tentarono di disturbare la sua esibizione, così uscì in strada dirigendosi verso la propria auto, e pare che qui, abbia preso la pistola e in seguito abbia fatto fuoco contro gli uomini che avevano tentato di zittirlo. In questo frangente ferì anche un cameriere che serviva ai tavoli del locale. Il giorno dopo al raid, Raffaello fu arrestato con le accuse di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di arma da fuoco.