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Palazzo del diavolo a Napoli: la leggenda esoterica dei Banchi Nuovi

Le leggende esoteriche a Napoli non finiscono mai. Oggi parliamo di una storia che ha dell’incredibile e che vede come protagonisti il palazzo del Diavolo, un giovane e furbo conigliere del re, una donna avida e addirittura l’incarnazione del male in persona: il demonio. Il tutto ambientato nel cuore di Napoli, nei pressi di Largo Banchi Nuovi a palazzo Penne, nome che non dice niente a nessuno perché ormai tutti conoscono l’edificio col nome che deriva dalla leggenda: il palazzo del Diavolo.

La struttura, di costruzione rinascimentale, apparteneva ad Antonio Penne, storico segretario e consigliere del re Ladislao di Napoli nel 1406. Era addirittura così stimato e rispettato che riuscì a farsi costruire la tomba per la sua sepoltura all’interno del monastero di Santa Chiara, dove si può ammirare tutt’ora. Il palazzo del diavolo è passato di mano in mano per secoli fino a quando, nel 2002, la Regione Campania lo affidò all’Università degli studi di Napoli L’Orientale per costruirci dei laboratori. Il progetto non fu mai portato avanti nonostante gli appelli del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dell’Unesco.

La leggenda del palazzo del diavolo: a Banchi Nuovi Belzebù ci mette la mano

Ma ora addentriamoci nel vivo della leggende che ha reso noto questo edificio. Il mito vuole che Antonio Penne, arrivato a Napoli, si innamorò di una donna bellissima e le propose di prenderla in moglie. La donna, avida e vanitosa che aveva già tanti spasimanti che le facevano la corte, disse ad Antonio che avrebbe acconsentito al matrimonio solo se lui fosse riuscito a costruire un palazzo di bellezza pari a quella della donna e nel giro di una sola notte. L’impresa sembrava impossibile, ma l’uomo chiese l’aiuto del diavolo che accettò di erigere l’edificio in una notte in cambio della sua anima. Il Penne firmò il contratto col sangue, ma si curò di lasciare una clausola irrisoria che avrebbe svelato solo alla fine. Il demonio riuscì nell’impresa e chiese dunque all’uomo quale fosse l’ultima clausola. Antonio gli spiegò che avrebbe dovuto indovinare il numero preciso dei chicchi di grano che lui avrebbe sparso sul pavimento del cortile. Una volta contanti mancavano 5 chicchi che il furbissimo segretario del re aveva ricoperto di pece per farli attaccare alle unghie di Lucifero impedendogli di vederli e quindi di aggiungerli al conto finale. Il diavolo adirato protestò per l’inganno, ma a quel punto Antonio si fece il segno della croce facendo sprofondare il demonio in un buco formatosi nel pavimento. All’interno del palazzo del diavolo, oggi, esiste ancora quel pozzo chiuso che, si dice, conservi ancora l’ospite beffato.

Una storia da far venire davvero i brividi…