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Il boss delle cerimonie accostato alla camorra “Non c’è diffamazione”

Cattive notizie per Antonio Polese, il boss delle cerimonie protagonista dell’omonimo reality show su Real Time. Il set del programma, l’hotel La Sonrisa, di proprietà della famiglia Polese, era stato accostato alla camorra, in particolare a Raffaele Cutolo. L’accusa è partita da Gennaro Migliore, ex Sel e attualmente sottosegretario alla Giustizia nella squadra di Renzi,  dirigente Sel Arturo Scotto, la testata web Retenews24 e Il Fatto Quotidiano.

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Migliore aveva presentato al Parlamento un’interrogazione sui rapporti tra il boss delle cerimonie e la camorra sull’acquisizione dell’hotel in questione e la testata web aveva riportato la notizia che in breve tempo il web aveva diffuso a macchia d’olio. Polese, querelò  Migliore,ma il 7 febbraio il Gup di Napoli ha archiviato. Escono indenni anche Scotto, la testata web Retenews24 e il dirigente di Sel.

In effetti la vicenda ha molto di veritiero, infatti Anni fa Polese fu sospettato di nascondere presso la Sonrisa una sorella, ma le perquisizioni eseguite dalle forze dell’ordine non confermarono l’ ipotesi. Donna Rosetta Cutolo non fu trovata lì, ma i rapporti tra Polese e Cutolo sono provati da una sentenza definitiva di condanna di don Antonio a due anni e sei mesi per favoreggiamento al capo della Nco. La notizia secondo il Gup rispetta il diritto di cronaca giornalistica e il diritto di critica politica per cui le testate non sono colpevoli di diffamazione. E’ il caso di dirlo: Donn’Antò avete fatto una figura Bellissim‘.