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Io Non Mi Arrendo: la fiction che ha fatto rivivere Roberto Mancini

Io Non Mi Arrendo è la mini fiction di Rai 1 che andrà in onda questa sera e domani dedicata al poliziotto Roberto Mancini. Non parliamo del famoso allenatore ma, piuttosto, di un vero e proprio eroe che ha sacrificato la sua vita per la giustizia: è stato proprio lui a scoprire già 20 anni fa i problemi legati alla cosiddetta Terra dei Fuochi, prevedendo un disastro ecologico totale e dannoso per la salute di chi vive in quelle zone. Una persona che ha lottato per un futuro migliore, nonostante lui non ne avesse a causa del tumore che l’ha colpito proprio per essere stato a contatto per troppo tempo con gli agenti dannosi che caratterizzano quell’angolo di terra. A dare volto a questo pioniere c’è un grande Beppe Fiorello che è stato ospite al Festiva di Sanremo 2016 per parlare, appunto, di Io Non Mi Arrendo.

Beppe Fiorello è un attore eccezionale ed il re delle fiction impegnate: conosciamo tutti la sua tendenza a veicolare tematiche importanti attraverso i ruoli che recita. Questa è la volta di Roberto Mancini, del quale ha parlato recentemente in un’intervista a Quotidiano.net: “Roberto era il poliziotto che per primo intuì il traffico di rifiuti pericolosi intorno alla Terra dei Fuochi. Ma pochi gli diedero retta: se lo avessero fatto, forse oggi non ci troveremmo in questa situazione. Credo che sia un problema molto grave, molto più importante delle unioni civili. Che poi si è creata una specie di psicosi e a volte gli etero vengono trattati quasi come nazisti“. Io Non Mi Arrendo, quindi, si rivela un omaggio della Rai verso un eroe mai ascoltato.

La storia di Roberto Mancini raccontata in Io Non Mi Arrendo

Mancini fu un vero e proprio eroe che dedicò la sua vita alla causa e che morì per questo: “Si ammalò di tumore proprio perché era venuto a contatto con sostanze pericolose. Aveva scavato lui stesso nei terreni inquinati, per procurarsi le prove. Una delle scene più toccanti è quando, insieme con la moglie, va nello studio dell’oncologo che lo ha in cura. L’oncologo gli prospetta una situazione molto grave, e lui chiede: ‘Ma avrò il tempo di concludere la mia indagine’? Purtroppo è morto nel 2014. Abbiamo cambiato i nomi ma la storia è la sua“. Ancora una vota la Rai e Beppe Fiorello omaggiano combattenti del passato la cui voce, grazie a loro e seppur con ritardo, sarà ascoltata e mai dimenticata.