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Vivere Napoli: 5 cose da fare che ti renderanno felice

Vivere Napoli è un’esperienza coinvolgente ed appassionante: stiamo parlando di una città unica nel suo genere con peculiarità e caratteristiche che la contraddistinguono da molte altre. Qui, si fondono fede e scaramanzia, odore del caffè e di sfogliatella appena sfornata, voci di grandi del passato e del presente che contribuiscono ad arricchire il patrimonio culturale e storico di questo incanto. Vivere Napoli significa farlo a 360° e non basterebbe una vita intera per conoscere tutte le sue mille sfaccettature. Qui, sono elencate 5 cose fantastiche da fare a Napoli che destano grande felicità in chi le prova secondo Agnese Palumbo, autrice di 101 Cose da Fare a Napoli Almeno una Volta nella Vita.

5 – Starsene sugli scogli di Mergellina ad ammirare il panorama

Vivere Napoli è anche questo. Chi ci è nato qui, sa bene di cosa si parla. Il mare è l’elemento che caratterizza questa città, la sua storia e la sua cultura. Non appena comincia a far meno freddo, ecco che studenti e non si riversano sugli scogli di Mergellina per godere del sole delle belle giornate. La primavera qui è anticipata: basta un raggio di luce e le temperature un po’ più alte che diventa la buona scusa per ‘fare filone’ e riversarsi spaparanzati sugli scogli a mangiare taralli ‘nzogna e pepe bevendo una birra fresca per placare il piccante che inonda il palato. Per i più romantici esiste la notte: cielo e mare si fondono in un tutt’uno e l’unica cosa che illumina è la luna splendente e le luci della città che percorrono la riva lasciando spazio alla bellezza di una Napoli notturna che non va mai a dormire.

4 – Baciarsi sotto la finestrella di Marechiaro 

Esiste posto più romantico per un appuntamento galante? A Marechiaro, sotto quella finestrella minuscola simbolo di smancerie e amori passionali, si sono innamorati in tanti. A fare da sfondo e ad agevolare l’atmosfera  vi è una cornice da incanto: il mare, la salsedine, le luci dei ristorantini tutto intorno che riflettono, l’odore di pesce fresco cucinato a puntino per chi si concede una dolce cena a lume di candela.

3 – Perdersi piacevolmente nei meandri irregolari della Floridiana

Il Vomero è quel quartiere di Napoli dove tutto è uno splendore: negozi, strade, ville, palazzi…e poi c’è la Floridiana. Questa villa fu donata dal re Ferdinando I alla seconda moglie Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia. Fu l’architetto Antonio Niccolini a progettarla ed a renderla un luogo incantevole: la sua struttura irregolare di stampo inglese, il landscape garden, andava in contrapposizione a quelli che erano gli stereotipi del tempo in Italia e in Francia, i formal garden. Fontane, grotte ed una numerosa quantità di fiori mille colori ed alberi di ogni genere (cipressi, pini, sambuchi, carpini, etc, ndr) caratterizzano questo giardino dalle migliaia di sfaccettature tutte da esplorare.

2 – Riscoprire sapori antichi

Pane e pummarole, questo è il cibo più democratico che possa esistere. Ce lo raccontano le nonne ed i nostri genitori, di quando da ragazzi si mangiava solo questo e nulla più: mica come oggi, che abbiamo tutto e non ci piace niente. Sapori semplici e genuini ma che riscaldano l’anima e riempiono lo stomaco. Non solo pizza, sfogliatella e babà ma anche fresella e ‘mpepata e cozze che col poco di piccante t’ fa arricreà. E nelle giornate fredde, ecco che compare il famoso brod e purp: una vera specialità.

1 – Tifare Napoli al San Paolo

Il vero napoletano tifa Napoli e non si passa oltre. La storia calcistica di questa città risale a tempi immemori ma lo splendore lo si raggiunse solo con el Pibe De Oro, Diego Armando Maradona, che da quando salutò i tifosi al San Paolo per la prima volta (“a todos los napolitanos un fuerte abrazo“, ndr) dai loro cuori non se n’è mai andato tant’è vero che la maglia numero 10 è stata ritirata perché resta lui, la Mano De Dios, l’unico e solo 10 nella storia del calcio Napoli. La tifoseria partenopea, un misto di scaramanzia e striscioni fantasiosi: nota è la scritta “e Giulietta è una pu***na” in risposta ai veronesi che invocavano il Vesuvio per lavar via la città. Eh no, miei cari, portate pazienza pecchè ce sta poc’ a fà: Napoli vive, da qui all’eternità…tiè!