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'O Sole Mio: la canzone napoletana che fu composta in Russia

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha intonato ‘O Sole Mio. A occhio e croce, tutti. Si, perché stiamo parlando della canzone più conosciuta al mondo, arrivata addirittura nello spazio. Non si tratta di un’esagerazione: ‘O Sole Mio fu intonata dallo stesso Jurij Gagarin durante il primo viaggio spaziale della storia. Addirittura Papa Giovanni Paolo II la intonò  nel 2002 in occasione del suo ottantaduesimo compleanno che lo vide ospite a Ischia. Pochi sanno, però, che questa canzone, nonostante fosse cantata in napoletano, non fu composta in territorio partenopeo ma piuttosto russo.

Ebbene si: musica e parole di ‘O Sole Mio furono composte in Russia, precisamente nel 1898, quando Eduardo Di Capua era in tour col padre violinista a Odessa, in Ucraina. A quei tempi, i musicisti napoletani erano molto richiesti in Europa. Di Capua si ricordò per caso che l’amico Giovanni Capurro gli aveva scritto su un foglio di carta delle parole che voleva fossero messe in musica: il maestro tirò fuori il foglietto che aveva in tasca, si sedette al piano e venne fuori la canzone che conosciamo oggi. Il musicista non immaginava che quel brano avrebbe raggiunto un successo planetario che sarebbe durato nei secoli. Milioni di artisti si sono ispirati a lui, creando addirittura versioni parallele del brano come la melodica It’s Now Or Never di Elvis Presley: in tutte le lingue e coi tutti gli strumenti, ‘O Sole Mio è stata ricreata in tutte le salse.

Una curiosità su questa canzone? Eduardo Di capua e Giovanni Capurro parteciparono al concorso musicale di Piedigrotta “La Tavola Rotonda”, promosso da Bideri. Il primo premio consisteva in 500 lire, che andarono alla canzone Napule Bello, mentre i due artisti si dovettero spartire solo le 200 lire vinte col secondo premio. Triste pensare che dopo tutti questi anni la casa Bideri riceve ancora le royalties dell’opera mentre Di Capua e Capurro sono morti negli stenti più assoluti, il primo vedendosi costretto a vendere finanche il pianoforte per pagarsi i debiti e le cure mediche. Davvero un triste epilogo, per degli artisti tanto grandi.