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Omicidio Vincenzo Ruggiero: forse narcotizzato e poi ucciso da Ciro

Sono ancora molte le domande senza risposta sull’omicidio di Vincenzo Ruggiero, il 25enne ucciso e fatto a pezzi dal presunto rivale in amore. Ciro Guarente ha ammesso solo una settimana fa di aver commesso il terribile assassinio, dopodiché ha deciso di non parlare e adesso è in isolamento nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Grazie all’indagine della Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, e ad un pool di superperiti esperti, è stato possibile ricostruire il modo in cui Ciro ha ucciso Vincenzo cioè sparandogli due colpi di pistola nel petto. Da chiarire è innanzitutto il luogo in cui l’omicidio sarebbe avvenuto, in un primo momento si pensava all’appartamento in cui Vincenzo viveva con Heven Grimaldi ad Aversa, la trans contesa, ma poi gli investigatori hanno ipotizzato un altro terribile scenario. Con molta probabilità Guarente ha prima narcotizzato il 25enne e poi l’ha condotto presso la sua abitazione a Licola dove l’ha ucciso. Sono i riscontri con le celle del telefonino ad indicare che il “GrinderBoy” sia stato nel suo appartamento due volte nel corso della notte tra il 7 e l’8 luglio; come dimostrano le immagini di una telecamera di fronte all’abitazione di Aversa l’uomo è uscito dalla casa di Heven prima con una valigia e poi con un sacco.

Sarà l’autopsia sui resti recuperati di Enzo a far capire se quest’ipotesi investigativa sia valida. Nel frattempo si cercano senza sosta i resti della vittima: mancano parte delle braccia e della testa; gli effetti personali e il complice che avrebbe aiutato Ciro a disfarsi con calce e acido del corpo di Ruggiero nel garage degli orrori di Ponticelli.