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Omicidio Vincenzo Ruggiero, la trans Heven su Facebook: “Avrei voluto morire io, ti raggiungerò presto”

In attesa che venga ufficializzato il nome del cadavere ritrovato sezionato e murato in un garage di Ponticelli, periferia orientale di Napoli, ma già attribuito al 25enne Vincenzo Ruggiero, ucciso a inizio luglio per gelosia da Ciro Guarente, ex compagno della trans Heven Grimaldi, arriva un lungo messaggio su Facebook  proprio da parte di quest’ultima. Nel primo pomeriggio di lunedì,  Heven ha affidato al popolare social network tutto il suo dolore.

 

Vita mia, non troverò mai la forza di accettare quello che ti è stato fatto, non oso immaginare la tua paura e il tuo dolore. Non riuscirò mai a sopravvivere senza di te, vorrei tornare indietro nel tempo, in quel lunedì 3 luglio quando mi hai accompagnata in stazione, per fermarmi e tornare a casa con te, continuare a passare ogni singolo secondo della mia vita al tuo fianco, solo tu mi rendevi veramente felice. La gioia di svegliarmi con te e prendermi cura di qualunque cosa ti riguardasse e proteggerti dal male, ammirarti in ogni singolo movimento e attraversare la purezza dei tuoi occhi con un solo sguardo. Godermi il tuo magico sorriso che mi ha regalato conforto in tutti questi anni anche nei momenti più bui. Ti giuro, ovunque ti trovi in questo momento, che vorrei essere stata io a morire al tuo posto. Se solo avessi potuto prevedere l’atroce crudeltà che hai dovuto vivere avrei lottato con la vita pur di salvarti. Hai sempre fatto del bene a chiunque. Ogni parola, ogni espressione o dolore non ripagherà mai la tua assenza. Ho perso la vita insieme a te, probabilmente potrò riabbracciarti presto perché ormai il mio corpo non è altro che un involucro di dolore e non posso accettare di continuare così, non passerà mai. Portami con te, ti supplico, ascolta le mie preghiere e salvami da questo strazio. Per quel poco che mi è concesso solleverò in cielo il tuo nome fino a quando non salverai la mia anima e mi terrai con te in eterno. Prometto di onorarti dinanzi al mondo intero, non esiste giustizia e nulla sarà mai degno di te, posso solo venerarti come l’angelo più bello avuto su questa terra. Eri la mia ragione di vita, solo tu puoi riconoscere il mio impegno e il mio amore. Salvami come io avrei cercato di salvare te.

 

Per gli inquirenti il cadavere è quello di Vincenzo Ruggiero in seguito a una lunga sere di indizi che hanno finito per incastrare Ciro Guarente, reo confesso nei giorni scorsi dell’omicidio del 25enne originario di Parete (Caserta). Durante la confessione l’ex  militare ha fatto sapere di essersi liberato del cadavere nel mare di Licola. Ma gli inquirenti hanno chiuso il cerchio nel giro di 38 ore ricostruendo anche sul cellulare gli spostamenti della vittima avvenuti lo scorso 7 luglio. Quel giorno il cellulare di Guarente è stato rilevato nel quartiere napoletano di Ponticelli e non a Licola, frazione del comune di Giugliano. Inoltre a pochi passi dal luogo dopo è stato ritrovato il cadavere abita la madre del 35enne così come diversi testimoni residenti nella zona hanno ricordato di averlo visto più volte entrare e uscire dal garage nei giorni successivi all’omicidio.

Lo stesso Guarente si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al magistrato della procura di Napoli Nord con il gip che ha convalidato il fermo emesso nei giorni scorsi.