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Roberto Saviano sull’inefficacia della politica a Napoli

Roberto Saviano torna a parlare di Napoli, in un’interessante intervista a “la Repubblica”, in cui spara a zero sull’amministrazione de Magistris, sul Pd in Campania e sull’incoerenza del Movimento 5 Stelle. Nei giorni di corsa per le primarie del 6 marzo per la scelta del sindaco di Napoli, lo scrittore napoletano ha da raccontare la sua posizione sulla politica in Campania accusando fondamentalmente una mancanza di Stato.

Diversi i punti, dell’intervista di Repubblica a Roberto Saviano, da prendere in considerazione per comprendere il suo pensiero sull’operato politico a Napoli, su de Magistris “Il sindaco aveva una missione, l’ha fallita. Alla fine di un mandato non è importante isolare cosa vada salvato o cosa vada bocciato, bisogna capire che città si è ereditata e che città si lascia in eredità. Oggi a Napoli si spara in pieno centro. E si spara per le piazze di spaccio. Questa è la realtà. Invece. Non una parola sulla genesi degli agguati, delle morti e dei ferimenti. Fare politica a Napoli e in Campania dovrebbe voler dire essere l’avanguardia della politica in Italia, dovrebbe voler dire avere idee, proposte e tenersi lontani il più possibile dalle logiche delle consorterie“.

Polemica anche la posizione sul Movimento 5 stelle che, secondo l’autore di Gomorra, avrebbe potuto fare molto di più per il Sud, ma si limita ad essere “un’estensione di Casaleggio” e a subire le regole troppo limitative del movimento. Pochi giorni fa, il 23 febbraio, a Ballarò Saviano si è anche espresso sul centrosinistra attaccando in studio il concorrente alle primarie Bassolino, il quale aveva difeso la scelta dello Stato di operare portando l’esercito nella città partenopea, ma per lo scrittore questo  non basta in quanto il Pd tratta i posti difficili del sud come buchi neri e tende a lavarsene le mani, mostrando di fatto al Sud tutto il suo fallimento ovvero la mancanza dello Stato.