Sono bastate 48 ore ai carabinieri per fermare uno dei presunti responsabili del brutale omicidio di Michele Tornatore, il 56enne detenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino e ammesso al lavoro all’esterno, ucciso e bruciato all’interno della sua auto lo scorso 7 aprile in località Serre, una zona di montagna del comune di Contrada (Avellino).

IL FERMO – La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha emesso nei giorni scorsi un fermo di indiziato di delitto a carico di Francesco Vietri, 54enne di Montoro, accusato di concorso in omicidio aggravato, danneggiamento seguito da incendio, distruzione di cadavere, con l’aggravante del metodo mafioso nonché concorso in detenzione di armi. Proseguono le indagini per identificare i complici del 56enne.
UCCISO PER DEBITI – L’omicidio di Tornatore sarebbe maturato in un contesto camorristico e sarebbe riconducibile a pregressi dissidi per probabili debiti non saldati dalla vittima. A rafforzare tale tesi investigativa l’esito dei rilievi tecnici svolti da personale specializzato dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino intervenuti in località Serre lo scorso venerdì 7 aprile dove è stata rinvenuta la Nissan Almera in uso al detenuto Tornatore che, ammesso al lavoro esterno, non era rientrato in carcere il martedì precedente e non si era nemmeno presentato sul posto di lavoro.
