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Estorsioni e stese grazie al “coniglio”, blitz nel Vesuviano: 8 arresti [VIDEO]

Nelle intercettazioni lo avevano ribattezzato il ‘coniglio’, da tenere sempre “a portata di mano” e per questo motivo nascosto dietro a un cespuglio per qualsiasi evenienza.

E’ il fucile a canne mozze utilizzato da alcuni dei destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, ed eseguite questa mattina tra Somma Vesuviana e Sant’Anastasia dai carabinieri di Castello di Cisterna. Nel mirino 8 persone (sei in carcere e due ai domiciliari) ritenute responsabili, a vario titolo, di estorsioni, spaccio di stupefacenti e detenzione e porto di armi aggravati dal “metodo mafioso” e dalla volontà di agevolare sodalizi camorristici.
Nel corso delle indagini i militari hanno accertato che i soggetti appartenevano a locali gruppi criminali che negli ultimi anni – anche in contrapposizione armata – come dimostrato da “stese” reciproche a colpi d’arma da fuoco – avevano assunto il controllo degli affari illeciti sul territorio. Tra questi, oltre allo spaccio di stupefacenti, sono state accertate estorsioni con metodo mafioso ai danni di imprenditori di Somma Vesuviana e Sant’Anastasia.

I NOMI DEGLI ARRESTATI:

 

Tra i destinatari della misura cautelare in carcere vi è anche Eugenio D’Atri (al centro nella foto sotto), già detenuto perché imputato del duplice omicidio di Francesco Tafuro e Domenico Liguori (nella foto sotto), avvenuto nelle campagne di Saviano nel febbraio 2016 per un debito di gioco che D’Atri non voleva saldare ai due ragazzi, gestori di un centro scommesse. D’Atri deve rispondere di una estorsione con metodo mafioso commessa a Somma Vesuviana.

Nel video due indagati, uno dei quali con un minore in braccio, nascondono il fucile a canne mozze dietro a un cespuglio, a portata di mano per qualsiasi emergenza.

Durante l’esecuzione delle misure cautelari, carabinieri hanno scoperto 800 grammi di cocaina pura sotterrati in un fondo agricolo di proprietà di un incensurato del luogo. Erano in un secchio da vernice interrato, in cui, per proteggere la cocaina dall’umidità, c’era del riso. Sono in corso indagini per accertare la disponibilità del terreno da parte del clan Cuccaro.