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Maestro di cerimonie impeccabile, sullo sfondo di una Napoli, otto volte capitale di regno

Quanto sono importanti le buone maniere, la gentilezza di un sorriso. In tempi villani come i nostri leggere
«Napoli: un cerimoniale per la città», edito da Dante & Descartes, è una carezza all’anima. Umberto Zoccoli, classe ’56, laurea in Scienze Politiche, da 30 anni è il “Cerimoniere democratico”, come scrive nella prefazione Nino Daniele, filosofo, allievo del grande Aldo Masullo, già assessore alla Cultura.

È un’antica storia, quella del cerimoniere. “Antica come il potere e i suoi simboli. L’uomo è un animale simbolico diceva Ernst Cassirer, uno dei più grandi filosofi del Novecento, che era un altro modo per dire con Aristotele che l’uomo è un animale politico – spiega Nino Daniele- E parte da lontano: “ La civiltà greca, quella a noi più vicina essendo Napoli una città fondata da coloni greci, ci riporta a celebrazioni, riti e rituali anche profani.

“Per il tardo latino, invece, il termine deriva da venerazione, culto e suoi sinonimi sono: funzione, rito, commemorazione, solennità, da cui deriva proprio cerimoniale, cerimoniere”. Mediatore, diplomatico, esperto e regista di bon ton, tessitore di fili ( dal pubblico al privato) dopo 30 anni di onorata, affascinante e invidiata ( dagli altri) carriera a Palazzo San Giacomo, si sente ancora un ragazzo, uno fortunato perchè l’arte del ricevere è sempre stata la sua passione. E della sua passione ne ha fatto un lavoro.

Per ciascuna autorità ricevuta a corte ( nomi non ne faccio per non spoilerare la lettura) cercava un elemento che lo mettesse in evidenza. Ricerca del dettaglio e mettere a proprio agio l’ospite nella sua funzione pubblica, la Napoli contemporanea e complessa dei quattro sindaci (da Bassolino a Manfredi) non è molto diversa dalla Napoli dalle relazioni diplomatiche internazionali ai tempi dei Borbone.