Belen Rodriguez si è rivelata in un’intervista al Corriere della Sera, ha raccontato la sua vita in Argentina e la decisione di lasciare tutto per migliorare la sua vita e quella dei suoi genitori. “A diciotto anni distribuivo volantini del cinema per strada. A diciannove facevo la pizzaiola in un ristorante”. L’Argentina, quando Belen era poco più che adolescente, stava attraversando un periodo politico particolarmente complicato:
“Quando Menem sale al potere vende le aziende statali agli americani, incluse le grandi aziende come la Pepsi Cola di cui mio nonno era vicedirettore, ebbene in quel momento l’Argentina cade in una profonda crisi economica. La gente ipoteca la casa, la macchina. Anche noi, da un giorno a un altro perdiamo la casa, senza poter prendere niente: divani, letti, piatti, asciugamani. Un giorno arrivano da noi. In otto, armati e drogati di colla. Io ero in giardino, mi prendono per i capelli, mi trascinano dentro. Ci legano, pistole puntate alla testa. Mi chiamano in bagno. Da sola. Penso: se non mi uccidono tutto il resto va bene, il resto lo posso dimenticare”.
Dopo questo episodio Belen scappa in Italia: “Eravamo in otto ragazze senza permesso di soggiorno, istruite su cosa dire in caso di fermo. Arriviamo e scopriamo che il nostro lavoro non è di modelle bensì di ragazze immagine. Noi che avevamo immaginato passerelle, foto, ci ritroviamo nei locali a ballare sui cubi. Scopro un’agenzia di modelle a Bologna, ci vado di nascosto e da lì arrivo in tv”. E poi finalmente i soldi e i primi guadagni: “La casa. Una casa nel posto dei ricchi, con sicurezza h 24 e cancelli. Inizio a dormire la notte. La mia famiglia era al sicuro. Finalmente li sapevo al sicuro”.

