Sono strazianti le parole del papà di Mattia, il bambino strappato con forza dalle braccia della mamma, da quelle onde maledette causate dall’alluvione che ha stremato le Marche lo scorso giovedì.
“In tre giorni ho dormito un’ora e mezza, ma dovessi ribaltare ogni tronco che c’è laggiù, fino all’ultimo filo d’erba, io Mattia lo devo ritrovare. Comunque vada, poi sarà con me. La sera di giovedì quando sono corso la prima volta al ponte di mattoni a cercarlo, un carabiniere mi gridava: “Che fai Tiziano, sei matto? Così rischi di perdere la vita”… Diluviava. Gli ho risposto: “Ma che ho più da perdere, maresciallo? La mia vita è lui”, dichiara l’uomo al Corriere della Sera.
Tiziano Luconi, 38 anni, è il papà del bambino ancora disperso a Contrada Coste. Fa l’educatore alla Casa della Gioventù di Senigallia, si occupa di minorenni stranieri non accompagnati. Con i bambini ci ha sempre saputo fare, ha un’enorme sensibilità. Del piccolino è stato ritrovato al momento un pezzo di stoffa. “Ce lo ha portato questa mattina un soccorritore, l’ha trovato scavando vicino alla casetta degli animali. Potrebbe essere un brandello della felpa gialloverde con l’elefantino che Mattia indossava proprio quella sera.
E poi il racconto di quella maledetta sera: “Erano le 20.05, chissà perché ho guardato l’orologio. Silvia (la mamma di Mattia, ndr) aveva appena chiuso la farmacia ed era venuta a prenderlo per portarlo a casa a San Lorenzo in Campo, perché il mattino dopo doveva andare a scuola. Pioveva a dirotto, allora mio padre, Vladimiro, ha preso l’ombrellone grosso da mare e siamo andati tutti insieme fino alla Mercedes di Silvia. Mattia era in braccio a me, mi baciava in continuazione, io l’ho messo seduto in macchina, l’ho salutato, lui ha dato un ultimo bacino alla nonna. E sono partiti. E sa che ha fatto Mattia?”.

