Oltre 1000 negozi tra il capoluogo campano e provincia hanno aderito alla manifestazione capitanata da Confcommercio
Questo lunedì mattina molti negozi tra Napoli e provincia hanno scelto di alzare le saracinesche, accendere le luci e restare aperti, esclusivamente per svolgere attività amministrativa e seguire la vendita online. Prende così forma la singolare protesta permanente, definita dagli esercenti ‘gentile’, in collaborazione con Confcommercio Campania, Federmoda Confcommercio Campana, Federpreziosi e Fipe, per chiedere al Governo di poter riaprire in sicurezza quanto prima. Ad aderire all’iniziativa sono tutte quelle attività cui è vietata l’apertura al pubblico.
La protesta dei negozi per tornare a lavorare
Oltre 1000 negozi tra Napoli e provincia si sono uniti per dare un importante segnale e ribadire la volontà di lavorare. L’iniziativa era stata anticipata sui profili social di Confcommercio, su cui è stata pubblicata la locandina da esporre sulle vetrine per l’adesione alla manifestazione. “Aiutiamo i negozi della nostra città a non morire! I negozi di abbigliamento, calzature e gioielli hanno perso 20 miliardi di consumi con la chiusura definitiva di 20mila imprese”, questo il grido di protesta che, partito dalla Confederazione di categoria, ha mobilitato tante attività ad aderire alla protesta.
Protesta accolta in modo positivo nel quartiere Chiaia, dove tra negozi d’abbigliamento, di calzature, gioiellerie e altri generi, hanno aderito all’incirca il 60% delle attività. “La nostra è una protesta gentile – spiega a Vocedinapoli.it Anna Minopoli titolare di un negozio d’abbigliamento in via Bisignano – stiamo esercitando un diritto che ci spetta: restare nei nostri locali e seguire le attività amministrative e le vendite online. Non possiamo accogliere il pubblico, ma vogliamo far capire che dobbiamo lavorare“.
L’intenzione della manifestazione permanente – i negozi infatti apriranno tutti i giorni – è quella di far comprendere che non dovrebbe esserci una distinzione tra le varie attività, dal momento che quelle a cui è concesso restare aperte in zona rossa sono molteplici. “O tutti o nessuno“, è il motto che unisce i vari commercianti intenzionati a essere ascoltati dalle istituzioni quanto prima. “Gli unici a non poter vendere nei locali siamo noi – spiega la signora Minopoli – perché non ci ritengono di prima necessità. Ma credo che nemmeno i fiori siano beni di prima necessità, così come tanti negozi a cui è concesso stare aperti, vendono anche generi che non sono primari. Noi abbiamo bisogno di lavorare“.
Sebbene la protesta ancora non sia stata accolta dalla maggior parte delle attività cittadine, l’augurio di chi ha iniziato già da questo lunedì è che il loro gesto possa spronare chi ha timore ad aprire: “Non è vietato – conclude la signora Minopoli – speriamo di essere seguiti da un numero sempre maggiore di attività“.
Le immagini di alcune attività aperte nel quartiere Chiaia







