La partita di Genova ha fatto emergere certezze e interrogativi sullo stato di salute del Napoli. Il punto contro i Rossoblu lascia gli azzurri al secondo posto in classifica, da imbattuta, senza dimenticare la vittoria in Champions League contro la Dinamo Kiev. Ma i dubbi nono riguardano il campo, bensì l’organizzazione della società e un aspetto molto importante: il rapporto tra l’allenatore Maurizio Sarri e il presidente Aurelio De Laurentiis.

Le continue frecciatine tra Sarri e il presidente
Sarri ha affermato nelle interviste dopo partita che il club sarebbe dovuto intervenire e alzare la voce contro i torti arbitrali subiti. Il tecnico ha affermato che con gli organi d’informazione non andrebbe esposto di continuo l’allenatore. Il Napoli deve avere una figura dirigenziale ad hoc. Un professionista col ruolo di esprimersi e a mettere la faccia, in tv, sui giornali e in rete. De Laurentiis ha detto che la società ha investito più di 100 milioni sul mercato. La squadra è forte ed è in grado di affrontare la stagione. Non bisogna lamentarsi degli arbitri.
Già qualche tempo fa in merito al mercato, Sarri, prima ha affermato che il suo compito da allenatore è essere in grado di mettere in campo il miglior Napoli, senza badare agli acquisti. Poi ha dichiarato che così com’è questo organico non è da scudetto e non avrà vita facile in Champions. De Laurentiis in occasione della presentazione di Marko Rog, ha decantato le caratteristiche tattiche del giovane croato, consigliando a Sarri le varietà tattiche consentite dall’utilizzo del centrocampista.
Ma si potrebbe tornare ancora più indietro nel tempo e alla famosa esclamazione del presidente azzurro, “Mò sono c+++i tuoi!”, ironicamente riferita al giusto utilizzo dei calciatori messi a disposizione dell’allenatore. Questo perché Sarri in un’ultima conferenza stampa della scorsa stagione, aveva chiesto (sempre ironicamente) al patron: “Adesso però mi devi comprare i giocatori!”.
Insomma sulla base di qualche frecciatina sparata in tv il presidente e l’allenatore si sono punzecchiati. Forse inciderà la gestione del rinnovo del contratto di Sarri, avvenuto si a sorpresa e con gli elogi del patron (oltre che un buon aumento dell’ingaggio), ma dopo una lunga trattativa. Questo ha generato una soap opera mediatica scatenatasi sugli organi d’informazione.
Sicuramente un rapporto professionale e di lavoro può avere momenti di contrasto. Forse proprio un acceso dialogo può dare vita ad un sereno confronto. Noi ce lo auguriamo per il futuro del Napoli.

Il Napoli è vittima o carnefice?
È oggettivo, a Pescara e a Genova, il Napoli ha subito dei torti arbitrali, abbastanza gravi perché decisivi. Se non ci fossero stati gli azzurri avrebbero avuto a disposizione un rigore contro gli abruzzesi e un altro contro i Grifoni: andati a segno, avrebbero dato al Napoli due vittorie e la vetta del campionato a punteggio pieno. Tuttavia è giusto gridare al complotto? Se così fosse allora è inutile discutere e sarebbe meglio intendere il calcio solo come fede. Credere e basta nella propria squadra a prescindere da tutto il resto: il campo, i tifosi, le società, i media, i palazzi del potere. Qui è tutto deciso, stop. Invece credo che non si possa lasciarsi trasportare dal fiume del complottismo. Penso che i direttori di gara sbaglino e basta e che quindi vada messo in dubbio il loro percorso di formazione e verificato il loro grado di competenza. In campo ci sono un arbitro, due guardalinee, due giudici di linea e un quarto uomo. La moviola in campo tarda ad arrivare. Studiamo i dati. Vediamo statisticamente quanti errori arbitrali vengono commessi, da quali arbitri e contro o per quale squadra. Si desse inizio ad un lavoro improntato sulla qualità. Un arbitro quanto guadagna? Quanto tempo dedica alla sua attività da giudice di gara?
È ovvio che il mondo del calcio sia strettamente unito a quelli della politica e l’economia. Proprio per questi il Napoli deve essere strutturato e forte come società. Quello che è accaduto nel post partita contro il Genoa, è allarmante. È l’ennesima volta che il club azzurro manifesta un deficit nella comunicazione. Ci sono dei tempi da rispettare nel mondo dei media. Un allenatore, anche se mosso da buoni principi, non può lamentarsi dell’arbitraggio in quel modo per poi chiamare in causa la società. Certo quest’ultima ha il diritto e il dovere di farsi sentire se ritiene di aver subito dei torti. Ma il suo comunicato, in risposta a Sarri, ha fatto emergere l’esistenza di alcuni problemi, di alcuni aspetti poco chiari.
I problemi di comunicazione del Napoli
De Laurentiis ha praticamente detto al suo tecnico di concentrarsi più sul calcio giocato che alle polemiche relativi agli arbitri. Sarri aveva dichiarato che in certi momenti la società dovrebbe essere pronta ad affrontare determinate situazioni, soprattutto di fronte ai media.
È mai possibile che il Napoli possa farsi del male così ingenuamente? I panni sporchi si lavano in famiglia. Gli eventi bisogna essere bravi a comunicarli quando sono già organizzati. Indebolire ogni qualvolta non sia necessario la struttura della società, incide su quello che accade poi in campo. Con questo non è nelle mie intenzioni mettere in discussione ciò che ha fatto Sarri, avrà sbagliato le modalità, ma ha manifestato un disagio. E a questo la SSC Napoli e il presidente De Laurentiis su tutti, devono essere in grado di rimediare.
