Le parole dell'amministratore unico e l'accusa di una parte di lavoratori: la situazione del parco divertimenti di Napoli
Mentre si attende la sentenza del Tribunale di Napoli rispetto alla richiesta – avanzata da due soci minoritari – di istituire l’amministrazione controllata per l’Edenlandia, aleggia nuovamente lo spettro della crisi sul parco divertimenti napoletano.
Chiusa dallo scorso ottobre a causa delle normative anti-Covid, le conseguenze portate dal Coronavirus potrebbero non essere le uniche problematiche per l’Edenlandia. Il parco ha riaperto, dopo il fallimento del 2011, nel luglio del 2018 con la società New Edenlandia Spa e sembrava che potesse tornare agli “antichi splendori di un tempo“. Poi è arrivata la pandemia e l’ovvia battuta d’arresto, alla quale si è aggiunta la richiesta d’amministrazione controllata ex art. 2049. Per l’amministratore unico, Gianluca Vorzillo, si tratterebbe di “una richiesta singolare”, per un gruppo di lavoratori – attualmente in contenzioso con l’azienda – di un atto in cui confidano affinché “si possa tornare a lavorare come prima e arrivino gli stipendi mancanti”.
La posizione dell’amministratore unico
Così, da un lato l’amministratore unico di New Edenlandia Spa getta acqua sul fuoco e, come raccontato in un’intervista a Vocedinapoli.it, ha spiegato che non appena la situazione pandemica lo permetterà, il parco sarà pronto a riaprire: “Noi siamo operativi, nel parco è continuata la manutenzione anche durante la chiusura. L’azienda ha subito un periodo particolare dovuto alla pandemia, con una perdita per il 2020 pari a 3milioni, ma la società ha un socio maggioritario che crede nel progetto, qualche giorno fa infatti sono usciti i progetti per l’area del Cinodromo. Questo significa che l’azienda è pronta alla riapertura”.
Le accuse dei dipendenti
Dall’altro c’è un gruppo di lavoratori che lamenta i mancati pagamenti, precedenti al periodo del Covid-19, e che dunque non sarebbero una conseguenza della crisi causata dalla pandemia. “Una situazione – spiega Mariano Montiglione, rappresentante sindacale della Ggil Filcams Campania – che non c’entra nulla con il Covid-19. Gli stipendi che noi lamentiamo, perlomeno una parte di lavoratori, perché l’altra parte viene quasi sempre retribuita, riguardano un periodo pre-Covid sia per dipendenti a tempo determinato che indeterminato. I nostri stipendi risalgono dal 2019 al 2020, nel luglio 2019 abbiamo fatto delle denunce all’ispettorato del lavoro dove lamentavamo la mancanza degli stipendi per il periodo aprile-maggio 2019. A settembre abbiamo iniziato ad avere gli acconti del mese di maggio”.
Oltre agli stipendi ci sarebbero anche altri presunti ammanchi, come ha raccontato Mario De Innocentis, ex dipendente oggi in pensione: “Io sto aspettando la liquidazione degli ultimi 2 anni, una parte di tredicesima e arretrati su assegni familiari del 2019-2020“. A seguire una parte dei lavoratori che attualmente è in contenzioso con l’azienda è l’avvocato Enzo Formicola: “Ho presentato, per i 20 lavoratori da cui ho ricevuto il mandato, i decreti ingiuntivi che sono quasi tutti già esecutivi“. Di tutt’altra idea è però l’amministratore della New Edenlandia Spa che ha parlato di mancati stipendi “di settembre 2020 e una parte di ottobre”.
A quest’aspetto si aggiungerebbe, come raccontato dal signor Montiglione, la presunta preferenza nella scelta dei dipendenti da richiamare a lavorare dopo il primo lockdown: “Quando è girata la lista di chi è stato richiamato, purtroppo l’ha vista mia moglie, incinta, che ha minacciato un aborto. Una lista in cui mancano le 11 persone che hanno fatto le istanze di pagamento, che l’hanno fatto solo per avere i soldi che spettano. Noi quest’azienda l’abbiamo creata con i soci storici“. Ma non sono solo queste le accuse lanciate dal gruppo di lavoratori, l’elenco è corposo. C’è chi sarebbe stato costretto a ricoprire altre mansioni all’interno del parco: “Come mansione – dice Chiara Cavallo – faccio la cassiera, ma all’occorrenza mi è stato detto di controllare anche la giostra, sono capitate anche altre situazioni in cui bisognava controllare due giostre“.
L’intervento del segretario Uilcom Campania
A confermare la richiesta del gruppo dei lavoratori è Massimo Taglialatela – segretario Uilcom Campania – che a Vocedinapoli.it ha raccontato: “A dicembre abbiamo chiesto a tutti i lavoratori di illustrarci la questione pagamenti. Sono 22 i dipendenti che devono avere tra le 3 e le 5 retribuzioni, parliamo del periodo pre-Covid. E’ una situazione disastrosa. Ci sono poi alcuni lavoratori che non hanno avuto il 730, altri il TFR, altri non sono stati pagati perché in malattia. Noi abbiamo informato anche Prefettura e Comune della situazione, ma con i cambi in Giunta e l’uscita di Buonanno e Panini – le persone che seguivano la situazione dell’Edenlandia – è difficile che la discussione possa andare avanti. Parliamo di un parco che ha goduto del beneficio di essere all’aperto, dunque, nelle prime riaperture dopo il lockdown ha avuto molti ingressi e nonostante gli incassi, ci sono persone che aspettando ancora gli stipendi“.
La situazione dell’Edenlandia, storico parco divertimenti che ha già dovuto subire gli strascichi portati dal fallimento, appare quanto mai complessa. Sebbene l’amministratore Vorzillo descriva uno scenario più o meno roseo, ‘macchiato’ al massimo dalla crisi dovuta alla pandemia, dall’altro un gruppo di lavoratori delinea un contesto ben diverso ed è pronto a continuare la battaglia “per il rispetto del nostro lavoro“.
