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Camorra al Vomero: chiesti 18 anni per il boss Cimmino

L’inchiesta relativa alle attività svolte dal clan Cimmino nel quartiere Vomero, dove sarebbero attivi da oltre venti anni, giunge ad un nuovo capitolo. Il boss Luigi Cimmino nel tempo sarebbe stato capace di resistere alle inchieste come agli attacchi camorristi degli avversari, negli atti del processo compare anche un’intercettazione del boss Caiazzo preoccupato delle possibili alleanze di Luigi Cimmino con altri gruppi.

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Il Pm della Dda antimafia Parascandalo ha elencato al giudice gli elementi a carico degli imputati, chiedendo al gup 18 anni per il boss, con assoluzione in relazione ad una delle estorsioni tentate, con pene dagli 8 ai 10 anni per gli altri affiliati. In aula sono state elencate le fasi cruciali delle indagini con tutti i dettagli, in un processo che si sta svolgendo con rito abbreviato, dinnanzi al giudice Lucarelli. Un collaboratore di giustizia ha raccontato il progetto del clan di mettere in ginocchio Vomero e Arenella, tenendo sotto controllo tutto il circuito degli affari illeciti legati addirittura agli ospedali cittadini. Un anno fa ci fu la vera svolta grazie alle intercettazioni di un’amante gelosa che consentì agli uomini dell’Antimafia di raccogliere elementi chiave sugli indagati. Il 20 luglio scattò l’arresto ma il riesame annullò il provvedimento successivamente rimettendo in libertà il capoclan, poi arrestato definitivamente a marzo.

Da ricordare una triste pagina della nostra città: il 17 giugno 1997 a salita Arenella ci fu un agguato, l’obiettivo era un affiliato al clan Cimmino ma i Killer per errore colpirono Silvia Ruotolo madre dell’attuale assessore comunale Alessandra Clemente. Dopo la richiesta di condanna, l’uomo ha dichiarato al giudice di voler rilasciare nella prossima udienza delle dichiarazioni in merito le accuse che gli sono state mosse. Questa si svolgerà il 6 ottobre, già il 12 ottobre potrebbe arrivare la sentenza definitiva.