Protesta anche a Napoli il mondo della scuola schierato contro la didattica a distanza. Nell’ambito della manifestazione nazionale organizzata da Priorita’ alla Scuola, sono state organizzate in citta’ tre iniziative di protesta. Alle 13, fuori alla sede dell’istituto Casanova di piazza Cavour, un gruppo di genitori e studenti ha attuato un simbolico blocco stradale ed esposto uno striscione sulla facciata del plesso con la scritta ‘La scuola e’ a scuola’ e la firma di Usciamo dagli Schermi, il movimento No DAD della Campania.
La stessa protesta si e’ svolta all’esterno di altri istituti del territorio regionale proprio nel giorno in cui la didattica in presenza e’ ripresa in buona parte d’Italia, ma non in Campania, dove un’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca ha rinviato la ripresa delle attivita’ in presenza a lunedi’ 11 gennaio. Dalle 14:30 i manifestanti hanno partecipato a un sit-in fuori alla sede della Regione Campania. Davanti a palazzo Santa Lucia e’ stato esposto uno striscione con la scritta ‘La scuola bussa perche’ e’ una priorita’ indiscussa’.
“Incateniamo simbolicamente la Regione alle proprie responsabilita’”, hanno spiegato i manifestanti, che ora sono diretti in piazza del Plebiscito per chiedere un incontro al prefetto di Napoli Marco Valentini. “Siamo qui per sottolineare le gravissime responsabilita’ sia della Regione Campania che del governo rispetto a un’emergenza che non e’ piu’ tale: sono passati 11 mesi – ha spiegato Roberta Moscarelli della rete scuola e bambini nell’emergenza Covid – ma nulla e’ stato fatto per garantire un diritto costituzionale come e’ quello all’istruzione senza metterlo in contrapposizione con altro diritto fondamentale, quello alla salute”.
Alla Regione si chiede “trasparenza sulla situazione sanitaria” e uno “screening su tutta la comunita’ scolastica che sia periodico e non una tantum. Chiediamo – prosegue Moscarelli – di poter tornare a scuola in sicurezza e in serenita’, in altre Regioni le misure perche’ questo accada sono state gia’ messe in piedi. Al governo chiediamo di investire in quello che serve: piu’ assunzioni di personale nella scuola, nella sanita’ e nel trasporto pubblico. La politica deve investire fondi ingenti, ma tutto questo neppure nel Recovery Plan e’ stato preso in considerazione”.
Tra i manifestanti c’e’ anche Marilu’, studentessa napoletana che frequenta il quinto anno delle scuole superiori, convinta che la didattica a distanza crei “condizioni disastrose per il nostro apprendimento. Viene a mancare la dimensione sociale della scuola, il confronto si e’ andato a prendere cosi’ come la nostra capacita’ di avere uno spirito critico. È diventato un apprendimento assolutamente verticale e puramente nozionistico”. Marilu’ chiede che le scuole “vengano messe in sicurezza. Il mio istituto – ha raccontato – non era sicuro prima del Covid e oggi non lo e’ a maggior ragione. Le scuole vanno messe in sicurezza e poi dobbiamo tornare a studiare in presenza, perche’ la DAD non e’ scuola”.
IL PAPÀ PRO-DAD COLPITO ALLA MNIFESTAZIONE – “Sono stato aggredito perche’ ho espresso un parere a una persona senza mascherina e non ho alzato un dito. Tra i No Dad ci sono No Mask, negazionisti. Sono agguerriti e violenti”. A parlare e’ Ferdinando Piciccio, amministratore del gruppo ‘Tuteliamo i nostri figli in Campania’, favorevole alla Dad, che conta 26200 iscritti, e che oggi davanti alla sede della Regione Campania ha ricevuto un’ombrellata in occasione del presidio dei No Dad.
“La Dad – afferma – e’ un’opportunita’ che ci consente di vedere i nostri figli studiare e avere un’istruzione. Mi domando perche’, in questo momento dovremmo chiudere in un’aula i nostri ragazzi esponendoli al rischio di contagio quando invece altri luoghi come cinema e teatri sono chiusi. Crediamo – aggiunge – che sia indispensabile tutelare prima di tutto la salute anche perche’ abbiamo visto morire i nostri cari, soffrire gli amici: ora e’ il momento di essere prudenti e attenti e la Dad e’ il giusto compromesso”.
Qualora dovesse arrivare il via libera al ritorno alla didattica in presenza, i Si Dad non sono certi di mandare i loro figli a scuola. “Valuteremo la situazione, l’andamento dei vaccini, il numero di contagi – spiega Piciccio – e riteniamo che circa il 50 per cento delle famiglie non manderebbe i ragazzi a scuola anche perche’, nonostante alcuni limiti, con la Dad le cose stanno funzionando e inoltre grazie alla Dad molti ragazzi hanno imparato a utilizzare davvero la tecnologia perche’ fino ad ora i pc erano usati solo per i videogiochi”.
I Si Dad approvano la linea adottata dalla Regione Campania definita “di prudenza grazie alla quale – dicono – noi in Campania viviamo solo marginalmente il dramma del covid che in altre Regioni e Paesi europei miete vittime e conta numeri altissimi”.

