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L’Asl Napoli 1 non va sciolta per camorra, ditelo a Giletti e De Magistris

È rimasto il nodo dell’ospedale San Giovanni Bosco, al centro da molti anni di indagini relative alle presunte infiltrazioni camorristiche (delle quali non centra nulla l’attuale amministrazione dell’Asl Napoli 1 Centro che aveva anche provveduto alla chiusura e allo sgombero del bar interno al nosocomio napoletano).

Per il resto, secondo il Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, l’Asl Napoli 1 Centro non va sciolta per camorra. La nota ufficiale del Viminale è arrivata ieri. Saranno dispiaciuti il conduttore di ‘Non è l’Arena‘ Massimo Giletti e del suo ospite prediletto, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris.

La ‘crociata’ contro la sanità campana ha dunque subito una battuta d’arresto. Restano impresse due cose, l’immagine di un Vesuvio che eruttava coronavirus e le parole del primo cittadino incalzato dal ‘tribuno-capo popolo’ di La7 (era il 15 novembre scorso): “C’è un altro giallo in Campania: c’è una richiesta che pende da febbraio/marzo 2020 di commissariamento dell’ Asl Napoli 1 per infiltrazioni camorristiche. Non so se e’ normale che il Consiglio dei Ministri non decida. C’erano le elezioni, ma sono passate questi stanno gestendo la nostra salute, ogni giorno gestiscono milioni di euro in appalti e forniture e io devo stare zitto. Se dico queste cose vengo insultato. Io difendo la mia città“.

La nota del Ministero degli Interni

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha adottato il decreto – ai sensi dell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 – con cui si conclude il procedimento avviato nei confronti dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro.

Allo stato dei fatti, si legge in una nota, “non sono risultati sussistenti i presupposti richiesti dalla normativa vigente per lo scioglimento dell’Azienda in questione, mancando gli elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti e indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare“.

Sono state, comunque, al momento individuate dai competenti uffici del Ministero dell’Interno, e rappresentate al Prefetto di Napoli, alcune aree di intervento nelle quali sono emerse situazioni di irregolarità amministrativa che hanno determinato evidenti disfunzioni nell’organizzazione e nella gestione delle attività di competenza della predetta azienda sanitaria, con particolare riguardo ai servizi forniti dal presidio ospedaliero San Giovanni Bosco.

Nel quadro della leale collaborazione istituzionale tra Stato e Regione è stato, dunque, invitato il prefetto di Napoli a segnalare alla Regione Campania le criticità riscontrate“, conclude la nota.

L'Asl Napoli 1 non va sciolta per camorra, ditelo a Giletti