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Coronavirus e Natale, si lavora a nuove restrizioni: zona rossa e anticipare il coprifuoco alle 18. Le proposte

Il governo è a lavoro per stabilire nuovi restrizioni per regolare le feste natalizie. Gli affollamenti dell’ultimo weekend hanno acceso un campanellino d’allarme a Palazzo Chigi e adesso sul tavolo potrebbero esserci ulteriori disposizioni per evitare che la curva dei contagi risalga durante il Natale.

Quali saranno le regole a Natale

A chiedere una nuova stretta è soprattutto il Comitato tecnico scientifico preoccupato di come stiano andando le cose. Tra le ipotesi valutate dal governo ci sarebbe una linea più dura promossa dal ministro Speranza, che prevede un lockdown più duro nei giorni festivi e prefestivi: dal 19 al 20, dal 24 al 27, dal 31 al 3 gennaio e dal 5 al 6. Inoltre, si starebbe pensando di anticipare il coprifuoco alle 18 o alle 20, attualmente è fissato al 22, così da evitare che la gente esca. In alternativa ci sarebbe la decisione di rendere rossa l’Italia dal 23/24 al 6 gennaio, così che sarebbe vietato uscire se non per comprovate necessità.

In che zona saremo a Natale

Conte, però, spingerebbe per misure un pochino più morbide, rendendo l’Italia arancione e salvando così lo shopping. A pagare lo scotto delle chiusure sarebbero solo bar e ristoranti, inoltre, il premier non vorrebbe prevedere misure drastiche per il prossimo weekend, che sarebbe l’ultimo prima di Natale. Sembrerebbe che la preoccupazione del presidente del Consiglio sia la rivolta sociale. Continuano le discussioni e la decisione definitiva è prevista per questo martedì sera o per la giornata di mercoledì.

Le parole di Giuseppe Conte

Intanto Conte in un’intervista per La Stampa ha anticipato che ci saranno nuove restrizioni: “Abbiamo già predisposto un piano dedicato specificamente alle festività natalizie, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane”.

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